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Tra percezione e negazione : fuga dai paesi in guerra e incontro con l'Altro

2018 - Franco Angeli

35-50 p.

L'Autrice parte dalle guerre che originano lo sradicamento forzato di un numero indefinito di persone; riflette sul dolore relativo all'abbandono del paese di origine, sulla difficile decisione di intraprendere un cammino lungo strade sconosciute ove può avvenire l'imprevedibile. Viaggio in cerca di una terra che può aprire alla speranza di una nuova vita, ma anche esporre a seri rischi. Nuovo in cui non è facile inserirsi, che per lo più le ignora e sovente le razzializza. Nuovo che le espone al rischio di perdere le proprie radici culturali e le misura con lingue, religioni e costumi altri. L'Autrice propone, sulla scia del pensiero clinico di Bleger e Kaës, un ascolto non tanto del loro scarso dire, quanto dei loro non detti, dell'immemorabile dei loro vissuti. Ascolto che, con "angosciata immaginazione", avvicini la fragilità, la sofferenza emotiva, i vuoti, le assenze, la perdita di identità che le tormenta e le aiuti a non perdere fiducia in loro stesse.

Riflette inoltre sul difficile incontro con l'Altro da sé, sul tema dell'estraneo, dell'alterità, del non me, sulla paura antica, originaria, connessa all'inermità del mammifero umano. [Testo dell'editore].

The author begins with considering the wars that originate a forced eradication of an indefinite number of people; she reflects on the pain related to leaving the country of origin, on the difficult decision to undertake a journey along unknown roads where the unpredictable can take place. A journey in search of a land that can lead to the hope of a new life, but also exposes you to serious risks. A new life in which it is not easy to access and where the people are often ignored and radicalized. A new world that exposes them to the risk of losing their cultural roots and measures them with other languages, religions and customs. The author proposes, in the wake of the clinical thou- ght of Bleger and Kaës, to pay close attention not so much to their poor saying but rather to the unsaid part of the immemorial of their experiences.

This focus on the unsaid, with "anguished imagination", can bring closer the fragility, the emotional suffering, the voids, the absences, the loss of identity that torments these people and helps them not to lose confidence in themselves. The author also reflects on the difficult encounter with the Other in particular focusing on the theme of the stranger, of the otherness, of the non-me, on the ancient, original fear connected to the hermitage of the human mammal. [Publishers' text].

Fa parte di

Psicobiettivo : rivista quadrimestrale di psicoterapie a confronto : XXXVIII, 2, 2018