Giustizie della Liberazione : riflessioni sulle forme giudiziarie attuate nell'Italia settentrionale nella fase insurrezionale
P. 144-170
Il saggio analizza le pratiche della giustizia insurrezionale componendo un quadro delle specificità punitive e giudiziarie per interpretarle come teatro pedagogico, strumento per arginare violenze e sovversioni, valvola di sfogo e catarsi per combattenti, cittadini e comunità. Partendo da una riflessione sui giudizi sommari, le violenze e le forme arbitrarie di giustizia che caratterizzarono la fase insurrezionale e post-insurrezionale, propone un focus sugli attori che - pur con diversi limiti - ebbero una veste formale o organizzata e si riferirono, almeno sul piano ideale, alle forme e ai metodi del tribunale e del processo.
Sono prese in esame le forme giudiziarie istituite nell'Italia settentrionale e amministrate dai Comitati di liberazione nazionale (Cln) e dalle formazioni partigiane nel periodo compreso tra l'insurrezione e l'istituzione delle Corti d'assise straordinarie (Cas) per studiare, accanto ai ruoli e all'azione dei protagonisti, quali idee e pratiche transitarono attraverso i processi nella prospettiva più ampia della "resa dei conti con il fascismo" e della ricostruzione della legalità.
In quelle settimane tribunali partigiani, tribunali del popolo, tribunali di fabbrica, comitati di epurazione e altri organismi più effimeri furono creati per giudicare delatori, esponenti dei reparti nazi-fascisti e quanti si compromisero con il regime e con i tedeschi nel biennio 1943- 1945. Fu un fenomeno complesso e sfaccettato poiché vennero costituiti in molteplici forme e agirono con logiche e riferimenti normativi e procedurali non sempre coerenti rispetto alle disposizioni del Clnai e del Governo del sud. Inoltre, furono legati a un contesto politico-sociale incandescente, esacerbato dalle violenze del conflitto e fortemente caratterizzato sul piano locale da tensioni e spinte contrapposte. [Testo dell'editore]
The article analyzes the judiciary forms and practices carried out during the insurrection at the end of World War II in Italy; it aims to study this phenomenon as a catharsis (also with pedagogic meaning) for combatants, citizens and community and also as instruments for drawing violence and subversion. Starting from a reflection on summary judgements, violence and arbitrary forms of justice typical of insurrectional and post-insurrectional periods, the article studies the organisms with formal structure that were organized and designed with forms and methods referred to tribunal and trial.
The judicial forms established in northern Italy and administered by the National Liberation Committees and by the partisan army are examined from the period of the insurrection to the establishment of the Corti d'Assise straordinarie (Special Courts of Assizes); this context shows the roles and actions of the protagonists and practice of reckoning with Fascists and the reconstruction of legacy through trials. In those weeks partisans' tribunals, people tribunals, factory tribunals, epuration committees and other ephemeral subjects judged Nazi ad Fascist military, spies and people who had been compromised with Germans in 1943-1945. It was a complex phenomenon: law references are often not easy to recognize and the socialpolitical situation was exacerbated by the violence of the conflict and characterized locally by different tensions. [Publisher's text]
Fa parte di
Italia contemporanea : 298, 1, 2022-
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Informazioni
Codice DOI: 10.3280/IC2022-298012
ISSN: 2036-4555
PAROLE CHIAVE
- Giustizia, Insurrezione, Violenza, Processi, Collaborazionismo, Fascismo
- Justice, Insurrection, Violence, Trials, Collaborationism, Fascism