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Fortune e sfortune dell'etica di Guyau in Italia tra Otto e Novecento

2014 - Le Lettere

258-273 p.

Una certa ripresa d'interesse in Italia sull'opera di Guyau induce a riconsiderare i modi della sua presenza nella filosofia italiana tra la fine dell'Ottocento e il primo dopoguerra. Poco studiato, ma molto presente in ambienti filosofico disparati, Guyau è inizialmente un sintomo della 'crisi del positivismo' avviata nell'ultimo decennio dell'Ottocento (lo citano tra gli altri Angiulli, Tarozzi e poi Limentani) e del variopinto eclettismo spiritualistico dei primi del Novecento. Con gli studi di Antonio Banfi (1924-1926) Guyau viene fatto oggetto di più seria indagine storiografica, e individuato come antecedente della crisi spirituale, che attraversava tutta l'Europa tra le due guerre. [Testo dell'editore].

The new interest in Guyau's work imposes a re-consideration of his presence in the Italian philosophy between the late Nineteenth century and the period after World War I. Little studied, but known in the most different philosophical milieus, Guyau is first a symptom of the crisis of positivism (see Angiulli, Tarozzi and then Limentani) and of the early Twntieth century spiritual eclecticism. Antonio Banfi, then, made of Guyau the object of a more serious historiographical research (1924-26), which highlights him as a precursor of the European spiritual crisis between the two wars. [Publisher's text].

Fa parte di

Giornale critico della filosofia italiana : XCIII, 2, 2014