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L'Italia e la mondializzazione degli scambi di tardo Ottocento

2016 - Franco Angeli

18-44 p.

Il commercio, misura dell'apertura al mondo dell'economia italiana postunitaria, è anche un affascinante problema storico in sé, ma in realtà quasi nulla sappiamo di come avvenisse il commercio di lunga distanza, chi fossero i grandi e piccoli mercanti, armatori, banchieri e industriali che lo alimentavano, o se l'Italia fosse attrezzata alle nuove forme di organizzazione, stoccaggio e vendita di quantità del tutto inedite di merci, alcune mai scambiate in precedenza.

Ricorrendo a fonti trascurate dalla storiografia è possibile documentare come ai ritardi delle autorità italiane nella costruzione delle reti infrastrutturali si contrapponga l'ardimento di piccoli e medi commercianti sui mercati internazionali. Il loro vantaggio competitivo - e il loro perdurante handicap - sembra risiedere nel «brulichio» di tanti piccoli attori privi di un quadro di riferimento istituzionale, cioè di una sponda effettivamente collaborativa da parte dello Stato unitario: un tratto di lungo periodo nella storia d'Italia? [Testo dell'editore].

Foreign trade is a measure of the internationalization in Italy's post-unification economy as well as a fascinating historical issue in itself. However, we have little knowledge about how long-distance exchanges were carried out, and who were the big and small foreign traders, ship owners, bankers and entrepreneurs at the center of those exchanges. Nor do we have any extensive knowledge about whether Italy was properly equipped to deal with the organizational, storing, and marketing innovations established at an international level to face the unprecedented stream of commodities, some of which were never exchanged over long distance before this time.

Relying on so far ignored primary sources it is possible to document the laborious activity of small and big Italian traders in the international trade despite the delays by the Italian authorities in setting up the necessary infrastructures. Their competitive advantage - as well as their permanent weakness - seems to be the swarm of small actors that lacked an institutional framework, i.e. an effective collaboration of the recently unified State. Perhaps, a long-lasting aspect of the Italian history? [Publisher's Text].

Fa parte di

Italia contemporanea : 282, 3, 2016