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Generare legami : inclusione sociale ed educativa in una periferia del Mezzogiorno

2020 - Franco Angeli

29-38 p.

La povertà di bambini e adolescenti in famiglie deprivate del Mezzogiorno è sia la più invisibile, perché spesso occultata dalla più generale condizione di svantaggio del nucleo di appartenenza, sia la più estrema, per l'intensità con cui essa si lega a radicate disuguaglianze nella sfera dell'istruzione, della cultura e, in generale, nelle loro chances di vita al presente e nel futuro. In particolare, la povertà educativa è quella che meglio rappresenta lo svantaggio cumulativo che si genera a partire da condizioni di deprivazione materiale ed economica e trova nell'esclusione dall'accesso ad una formazione e a competenze adeguate, ma anche a spazi e ambienti di vita degni, a opportunità ludiche, culturali e di socializzazione più ampia le sue espressioni più evidenti.

Napoli e le sue periferie più disagiate costituiscono un caso paradigmatico di tale scenario sia per la povertà multi-generazionale da cui sono interessate sia per l'elevata incidenza della popolazione minorile proprio nei quartieri più difficili. Ed è proprio nel contesto urbano e sociale della periferia est della città che l'articolo si cala per definire i contorni di quella comunità educante volta al contrasto della vulnerabilità sociale e dei rischi di esclusione per i tanti bambini e adolescenti in condizione di svantaggio economico e sociale. Alla luce della direttrice teorica sui legami sociali come fonte di protezione e riconoscimento (Paugam, 2008) e sulla base di un approccio di ricerca micro-sociologico basato su studi di caso, l'articolo descrive la qualità delle relazioni di social support (Meo, 1999) create, promosse, rafforzate da alcuni enti di terzo settore (associazioni e cooperative sociali) provando a sotto-linearne il valore embedded nel contrasto della povertà educativa.

Già a partire dal recupero di spazi vuoti o abbandonati in cui le attività socio-educative promosse si radicano e realizzano le loro attività, i centri socioeducativi considerati nella ricerca appaiono in grado di ripristinare relazioni e significati plurimi. A partire dalle rappresentazioni raccolte tramite la voce e le parole degli attori intervistati la comunità educante prende forma nei vincoli e nelle risorse, nei limiti e nelle opportunità evidenziate da enti di terzo settore (associazioni e coo-perative sociali) che realizzano advocacy, affiancamento scolastico dei minori, accompagna-mento sociale per le loro famiglie.

In particolare, nel testo si evidenzia come, non solo rico-noscendo la responsabilità educativa come principio cardine ma anche "agendo" tale principio come orientamento nella prassi concreta di intervento, organizzazioni diverse che abitano e animano la periferia est sono in grado di rendere permeabili tra loro sfere di inclu-sione diverse (culturale, educativa, sociale). Intervenendo nel contrasto della povertà minorile ed educativa tramite azioni di bridging con la famiglia, la scuola, i servizi sociali, le esperienze di affiancamento socio-educativo descritte interrogano e allo stesso tempo costruiscono il senso di quella comunità educante e generativa, capace di agire in comune adottando un modo di fare le cose inclusivo, integrativo e abilitante (Magatti e Giaccardi, 2014). [Testo dell'editore].

Poverty of children and adolescents in deprived families of the South Italy is both the most invisible, because it is often concealed by the more general disadvantage of the nucleus of be-longing, and the most extreme, due to the intensity with which it binds to deep-rooted inequali-ties in the sphere education, culture and, in general, in their chances of life in the present and in the future. In particular, educational poverty is the one that best represents the cumulative disadvantage starting from conditions of material and economic deprivation and aggravated by exclusion in recreational, cultural and socialization opportunities. Naples and its most disadvantaged suburbs constitute a paradigmatic case of this scenario both for the multi-generational poverty from which they are affected and for the high inci-dence of the juvenile population in the most difficult neighborhoods.

And it is precisely in the urban and social context of the eastern suburbs of the city that the article define the contours of the "educating community" aimed at contrasting social vulnerability and exclusion risks for children and adolescents. In the light of the theoretical guideline on social bonds as a source of protection and recognition (Paugam, 2008) and based on a micro-sociological research approach, the article describes the quality of social support relationships (Meo, 1999) created and promoted by some third sector organizations (associations and social coopera-tives) in the fight against educational poverty. In particular, the article highlights how, not only by recognizing "educational responsibility" as a cardinal principle but also by "acting" this principle as an orientation in the concrete intervention practice, different organizations in the eastern suburbs are able to combine different spheres of inclusion (cultural, educational, social).

Through bridging actions with the family, school, social services, the experiences of socio-educational support described, question and build the meaning of the «educating and generative community» like «acting in common» by adopting «an inclusive, integrative and enabling way of doing things» (Magatti and Giaccardi, 2014). [Publisher's text].

Fait partie de

Welfare e ergonomia : VI, 1, 2020