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L'associazione "Italia-Urss" dal dopoguerra alla Guerra Fredda : diplomazia culturale ufficiosa e propaganda sovietica (1944-1960)

2020 - Franco Angeli

21-43 p.

L'articolo ricostruisce le principali tappe della storia dell'Associazione italiana per i rapporti culturali con l'Unione Sovietica - conosciuta come "Italia-Urss" - fra il 1944 e il 1960. La genesi di "Italia-Urss" si inserisce nel contesto culturale internazionale del dopoguerra. La radicalizzazione dello scontro politico-ideologico nazionale e globale condusse l'associazione alla chiara virata politica: la lotta all'antisovietismo diventò celebrazione acritica dell'Unione Sovietica. "Italia-Urss" riuscì così in scarsa misura a essere un attore efficace della Guerra Fredda culturale, giacché poco capace di attrarre fasce di popolazione lontane dai socialcomunisti. La segreteria di Orazio Barbieri (1953-1958) volle rafforzare una conoscenza obbiettiva dell'Urss anche se il 1956 - così come il caso Pasternak - disorientarono una parte dei suoi membri.

Paradossalmente, il dinamismo di Barbieri fu il vulnus principale nei rapporti con il Pci e gli interlocutori sovietici, che mal sopportavano l'autonomia di "Italia-Urss" nel lancio di iniziative considerate spesso troppo elitarie e lontane dalle masse. Il Pci intervenne per rafforzare il controllo politico sull'associazione proprio quando, invece, gli sforzi ufficiosi di "Italia-Urss" avevano contribuito alla firma dell'accordo culturale intergovernativo del 1960. [Testo dell'editore].

The article reconstructs the main stages of the history of the Italian association for cultural relations with the Soviet Union - also known as "Italy-USSR" - from 1944 to 1960. The genesis of "Italy-USSR" relates to the post-war international cultural context. The polarization of the national and global political-ideological struggle led the asso-ciation to a clear political turn: the fight against anti-Sovietism became an uncritical celebration of the Soviet Union. "Italy-USSR" thus scarcely succeeded in being an ef-fective actor of the cultural Cold War, since it was not very capable of attracting people far from the Socialist and Communist parties. The new secretary Orazio Barbieri (1953-1958) wanted to strengthen an objective knowledge of the USSR even if 1956 - as well as the Pasternak case - confused many of its members.

Paradoxically, Barbieri's dyna-mism was the main weak spot in relations with the Italian Communist Party and the So-viet interlocutors who could not stand the autonomy of "Italy-USSR" in launching ini-tiatives that were often considered too elitist and far from the masses. The ICP inter-vened to strengthen political control over the association just when the unofficial ef-forts of "Italy-USSR" had contributed to the signing of the 1960 intergovernmental cul-tural agreement between the two countries. [Publisher's text].

Forma parte de

Mondo contemporaneo : rivista di storia : 2/3, 2020