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Latenze del paesaggio periurbano : in dialogo con François Jullien

2020 - Franco Angeli

34-45 p.

Il paper rilegge criticamente il territorio periurbano e le sue potenzialità a partire da un'intervista rilasciata da François Jullien in merito ad alcuni concetti, pertinenti all'oggetto di riflessione, espressi all'interno del libro "Vivre de paysage ou l'impensé de la raison" (2014) . Scopo del saggio è di mettere in relazione il concetto di paesaggio espresso da Jullien, riferito alla tradizione cinese, ed in particolare le sue condizioni di spazio entre ed ècart, con le caratteristiche tipiche del territorio periurbano. Questa impostazione sembra particolarmente utile per superare i limiti descrittivi e prefigurativi legati alla condizione topologica di questo spazio, frammentario, ibrido, discontinuo, contradditorio. La visione olistica sostenuta dallo studioso francese sembra infatti esaltare le potenzialità del periurbano come "campo di transizione", aiutando ad uscire da alcune secche concettuali persistenti nel dibattito disciplinare.

La contaminazione tra questa interpretazione del paesaggio e gli studi provenienti dalla tradizione del landscape ecology possono così contribuire a un nuovo discorso sul paesaggio periurbano e sulle possibilità di una sua risignificazione mediante una rinnovata idea di progetto. [Testo dell'editore].

This essay critically read the peri-urban space with respect to its design potential, starting with a conversation with François Jullien, stressing some concepts expressed in his book "Vivre de paysage ou l'impensé de la raison" (2014). The aim of the essay is to establish a parallel between the landscape concept expressed by Jullien, referring to the Chinese tradition, and in particular its conditions of space in-between and écart, with the peri-urban territorial condition. This approach seems particularly useful to overcome the descriptive and prefigurative limits linked to the topological condition of this space: fragmentary, hybrid, discontinuous, contradictory. The holistic vision supported by the French philosopher seems to emphasize the potential of the peri-urban as a - space in transition -, and helps to get out from some persistent conceptual disciplinary hitches.

Thus, the contamination between this interpretation of the landscape and the studies coming from the tradition of landscape ecology can contribute to a new discourse on the peri-urban landscape and the possibilities of its re-signification through a renewed idea of project. [Publisher's text].

Forma parte de

CRIOS : critica degli ordinamenti spaziali : 19/20, 1/2, 2020