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Stranieri né fuori né dentro : l'immaginario geogra

2025 - Franco Angeli

5-23 p.

Il contributo analizza la dottrina giuridica della entry fiction, la quale prevede la possibilità di trattare la persona straniera nel territorio di uno stato come se si trovasse "fuori" da questo, scindendo così la presenza fisica da quella giuridica al fine di stabilirne i diritti in tema di asilo. Tesi del contributo è che la dottrina sia accompagnata da uno specifico modo di intendere il rapporto tra individuo e spazio, che può essere analizzato come un "senso" geografico capace di dare significato e legittimità a procedimenti e regimi giuridici che risulterebbero arbitrari in sua assenza. Tale senso è analizzato in chiave genealogica, partendo dalla sua più recente comparsa nelle cosiddette procedure di frontiera nel diritto UE in tema di asilo, per proseguire a ritroso in un percorso che arriva al diritto statunitense di fine XIX secolo, in cui la entry fiction fece la sua prima comparsa. Proprio questo contesto storico permette di analizzare il senso geografico della entry fiction rispetto alle

politiche statunitensi del periodo, e in particolare la transizione degli USA in potenza imperialista. Il contributo ricostruisce dunque la genealogia della dottrina al fine di evidenziarne i presupposti politici e storici e dimostrare come la sua carica esclusoria sia radicata in un immaginario geografico-giuridico vecchio più di un secolo. [Testo dell'editore]

The article analyzes the legal doctrine of entry fiction, which permits states to treat foreign nationals in their territory as if they were "outside"of it, thus disjoining their physical and juridical presence for the purpose of determining their rights during immigration proceedings. The leading argument is that the doctrine conveys a specific understanding of the relationship between individuals and space, which can be interpreted as a geographical "sense"granting meaning and legitimacy to legal procedures that would otherwise appear arbitrary. This sense is analyzed genealogically, starting from its most recent manifestation in the so-called border procedures under EU asylum law, and tracing it back to its first appearance in late 19th-century US law. It was in this historical context that entry fiction emerged, allowing for an analysis of its geographical sense in relation to US policies of the time, particularly the country's transition into an imperialist power. The article thus reconstructs the

genealogy of entry fiction to highlight its political and historical premises and demonstrates how its exclusionary force is rooted in a legal geographic imaginary more than a century old. [Publisher's text]

Fa parte di

Rivista geografica italiana : CXXXII, 2, 2025