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Il bambino competente : la mente infantile non è primitiva né pre-rappresentazionale

2024 - Franco Angeli

435-472 p.

Di fatto, oggi sono in voga delle teorie che collegano la psicopatologia grave dell'adulto all'incapacità del bambino nella fase preverbale di formulare o rappresentare le esperienze traumatiche. A questo proposito, vengono analizzati i lavori di Howard B. Levine e Donnel B. Stern, partendo dall'idea che i risultati delle ricerche empiriche siano decisamente rilevanti per la teorizzazione psicoanalitica. Da questi risultati emergono scarse evidenze a supporto dell'ipotesi di un neonato con stati mentali "primitivi e non rappresentati". Di fatto, i risultati delle ricerche suggeriscono proprio il contrario: l'idea di un "neonato competente", dotato di una capacità di discriminazione percettiva estremamente accurata e di una capacità innata di registrare e rappresentare l'esperienza soggettiva, a livello di memoria sia procedurale sia dichiarativa, persino nel periodo prenatale.

Non sembra quindi plausibile sostenere che i deficit di rappresentazione siano il nucleo della psicopatologia grave nell'adulto, la quale invece è il frutto di manovre difensive nei confronti di verità inconoscibili e indicibili e non dell'assenza di una capacità rappresentativa preverbale. Le ricerche pongono un'importante sfida alle teorie psicoanalitiche che postulano cosiddetti "stati mentali primitivi", esperienze "non formulate", "non rappresentate", "non simbolizzate" o stati "non consci". [Testo dell'editore].

Some theories which locate serious adult psychopathology in the preverbal infant's inability to formulate or represent traumatic experience are mentioned, in particular those of Howard B. Levine and Donnel B. Stern. The clinical and academic research findings are considered highly relevant to psychoanalytic theorizing, and it is argued that a view of the infant with "primordial" and "unrepresented" states of mind has little evidence to support it. In fact, research findings point to an opposite view: that of the "competent infant", one with highly accurate perceptual discrimination capacities and an innate ability to register and represent subjective experience in both procedural and declarative memory, even prenatally.

Given the infant's competencies, it seems implausible to hold that representational deficits are at the heart of serious adult psychopathology, which is instead seen to be the result of defensive maneuvers against unknowable and unspeakable truth rather than the absence of a pre-verbal representational capacity. Current research findings pose a significant challenge for psychoanalytic theories which espouse so-called "primitive mental states", non-conscious" states, or "unrepresented", "unsymbolized", "unformulated" experience. [Publisher's Text].

Fa parte di

Psicoterapia e scienze umane : LVIII, 3, 2024