Articolo PDF (0,3 Mb)
Consultabile solo con Adobe Acrobat Reader (scopri come)

La vertigine nel lavoro dell'osservatore : un'avventura tra le pieghe della complessità

2022 - Franco Angeli

81-96 p.

In questo lavoro siamo partite da una riflessione rispetto il corso di "Teorie e Metodi dell'Osservazione nei gruppi" per arrivare a capire che cosa significa osservare e formarsi per diventare un osservatore di gruppo. Il gruppo è stato sia oggetto di osservazione, sia strumento di riflessione volto alla co-costruzione di significati condivisi. Per orientare il pensiero è stata utilizzata la griglia osservativa. Si descrive il dispositivo: prima concepito online, a causa delle limitazioni causate dalla pandemia, e poi in presenza; quali vissuti e fantasmi sono stati elicitati dalle due differenti modalità?.

i racconta della frustrazione come affetto necessario per passare dall'illusione di un dispositivo ideale, all'accettazione di un dispositivo reale; come bisogno di viversi uniti, coesi e insieme, contro i vissuti di solitudine sperimentati durante il lockdown e la didattica a distanza, e infine come catalizzatore per pensare alla propria identità professionale. Ci siamo poi occupate della solitudine insita nell'osservazione, sentimento necessario per essere un bravo psicoterapeuta perché costringe a fare i conti con i limiti e con il proprio narcisismo. Infine, l'osservazione come atto per svelare e svelarsi; cosa mostro, inevitabilmente e inconsapevolmente, di me? [Testo dell'editore].

In this work, we started from a reflection with respect to the "Theories and Methods of Observation in Groups" course to arrive at an understanding of what it means to observe and train oneself to become a group observer. The group was both an object of observation and an instrument of reflection aimed at the co-construction of shared meanings. The observational grid was used to guide thinking. One describes the device: first conceived online, due to the limitations caused by the pandemic, and then in presence; what experiences and phantasms were elicited by the two different modalities? We spoke of frustration as a necessary affection to move from the illusion of an ideal device, to the acceptance of a real device; as a need to live united, cohesive and together, against the experiences of loneliness experienced during lockdown and distance learning, and finally as a catalyst for thinking about one's professional identity.

We then dealt with the loneliness inherent in observation, a necessary feeling to be a good psychotherapist because it forces one to come to terms with limits and one's own narcissism. Finally, observation as an act of revealing and unveiling; what do I show, inevitably and unconsciously, about myself? [Publisher's Text].

Fa parte di

Gruppi : nella clinica, nelle istituzioni, nella società : 1, 2022