La supervisione in psicoterapia della Gestalt : la prospettiva situazionale come antidoto contro la vergogna
27-50 p.
L'articolo attinge ai vari studi gestaltici sulla supervisione, evidenziando come ciascuno di essi applichi i principi della psicoterapia della Gestalt. Tuttavia, la svolta umanistica che colloca il rapporto paziente/terapeuta nella paritarietà esistenziale non trova una chiara applicazione negli esempi di supervisione gestaltica, nel cui sfondo rimane lo scarto tra chi sa di più e chi sa di meno, come definizione epistemologica della relazione di supervisione.
L'autrice propone dunque di rivedere il concetto di supervisione in psicoterapia della Gestalt come riconoscimento dell'intenzionalità terapeutica del supervisionato, all'interno del campo fenomenologico co-creato da supervisore e supervisionato. Nella pratica, il supervisore applicherà questo concetto facendo chiarezza su ciò che il supervisionato già sa sul paziente, dal punto di vista diagnostico, anamnestico, estetico e relazionale, e sostenendo le intenzionalità del terapeuta e del paziente, che formano il campo fenomenologico, o situazione di supervisione. L'autrice propone a questo punto delle linee guida per i supervisori, per concretizzare questa prospettiva nella pratica clinica. [Testo dell'editore].
This article draws on the various Gestalt studies on supervision, highlighting how each apply the principles of Gestalt psychotherapy. However, the humanistic turn that places the patient/therapist relationship in existential equality does not find clear application in the examples of Gestalt supervision, in the background of which the gap between those who know more and those who know less remains as the epistemological definition of the supervisory relationship. The author therefore proposes to revise the concept of supervision in Gestalt psychotherapy as a recognition of the therapeutic intentionality of the supervisee, within the phenomenological field co-created by supervisor and supervisee.
In practice, the supervisor will apply this concept by shedding light on what the supervisee already knows about the patient, diagnostically, anamnesthetically, aesthetically, and relationally, and by supporting the intentionalities of both therapist and patient, which form the phenomenological field or supervisory situation. The author proposes at this point guidelines for how supervisors can actualise this perspective in clinical practice. [Publisher's Text].
-
Articoli dello stesso fascicolo (disponibili singolarmente)
-
Informazioni
Codice DOI: 10.3280/qg2024-1oa17952
ISSN: 2035-6994
PAROLE CHIAVE
- Campo fenomenologico, Supervisione situazionale, Riconoscimento, Conoscenza Relazionale Estetica, Psicoterapie umanistiche
- Phenomenological field, Situational supervision, Recognition, Aesthetic Relational Knowledge, Humanistic psychotherapy