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"Reali heroine" : ritratti equestri di sovrane e dame per le residenze ducali

2022 - Franco Angeli

267-293 p.

La fortuna secentesca dei ritratti equestri femminili conosce un particolare sviluppo alla corte sabauda. Tra gli anni Cinquanta e Settanta diverse opere rinnovano l'antica predilezione dei duchi per il ritratto equestre, celebrativo della storia dinastica e massima espressione della regalità. In questo contesto risulta nodale la serie dei grandi doppi ritratti su tela della Sala di Diana nella Reggia di Venaria (1657-1665), dipinti dai maggiori artisti attivi a corte, tra cui il fiammingo Jan Miel, romano d'adozione, e il lorenese Charles Dauphin, formatosi a Parigi: rappresentano una parata della famiglia ducale a caccia, dove duchesse, principesse e dame d'onore compongono una cavalcata di cacciatrici e amazzoni, eroine contemporanee e femmes fortes. Emerge qui un'immagine di potere femminile particolarmente legata alle Madame reali, Cristina di Francia e Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours che ricoprirono il ruolo di reggenti.

Le protagoniste della serie avanzano su cavalli al trotto e si esibiscono nella complessa manovra della levade o corvetta, prerogativa dei ritratti maschili, ponendo così le rappresentazioni di Venaria tra le rare declinazioni femminili di questa tipologia nelle corti europee di quegli anni. Per comprendere specificità e nuovi esiti di questa significativa fortuna, si ritorna allora alle opere, ai contesti e alla committenza in un critico periodo di passaggio di poteri, ripercorrendo scelte di stile, modelli e iconografie in rapporto ai codici della ritrattistica e alle esperienze e pratiche in uso a corte. Dalle tele superstiti della serie di Venaria ai ritratti conservati nelle altre residenze, tra loro strettamente correlati, si traccia dunque una lettura d'insieme, con particolare attenzione ai dipinti del Castello di Racconigi tornando a rivedere l'identificazione delle enigmatiche principesse a cavallo. [Testo dell'editore].

The 17th-century fortune of female equestrian portraits underwent a particular development at the Savoy court. Between the 1650s and 1670s, several works renewed the dukes' long-standing predilection for the equestrian portrait, celebratory of dynastic history and the high-est expression of royalty. In this context, the series of large double por-traits on canvas for the Hall of Diana at the Reggia di Venaria (1657-1665) is a crucial gateway. Painted by the major artists active at court, including the Flemish Jan Miel, Roman by adoption, and Charles Dauphin from Lorraine, trained in Paris, they portray the ducal family's hunting parade, where duchesses, princesses and ladies of honour make up a cavalcade of huntresses and amazons, contemporary heroines and femmes fortes. It is an image of female power which emerges here, linked particularly to the Madame reali, Christine of France and Marie Jeanne Baptiste of Savoy Nemours, who held the role of regents.

The protagonists of the series advance on horseback at a trot and perform the complex manoeuvre of the levade, which was mostly a pre-rogative of male portraits, thus placing the Venaria representations among the rare female declinations of this typology in the European courts of the time. In order to understand the specificities and new out-comes of this significant fortune, I return here to the works, contexts and patronage in a critical period of transition of power, retracing choices of style, models and iconography in relation to the codes of portraiture and the experiences and practices in use at court. From the surviving canvases of the series at the Venaria Reale to the portraits preserved in other residences, which are closely related to each other, an overall reading is traced, with a particular attention to the paintings in the Castello di Racconigi, reviewing the identification of the enigmatic princesses on horseback. [Publisher's text].

Fa parte di

Cheiron : materiali e strumenti di aggiornamento storiografico : 1/2, 2022