Il filo nascosto nella noia
70-88 p.
Quanto abbiamo scritto, ipotizzato, sostenuto, "prima" del Covid, varrà così come era stato concepito, o il ciclone che ci ha travolti costringe a ripensare tutto? L'autrice se lo chiede a proposito di un suo lavoro su quegli stati chiamati "noia", tanto frequenti nella clinica quanto poco elaborati nella letteratura psicoanalitica. Per proporre che l'esperienza della pandemia ha permesso l'emergere di continuità e diversità, portando in luce nella dichiarazione di "noia" il filo di un dolore altrimenti indicibile. [Testo dell'editore].
Will what has been written, hypothesized, theorized, "before" the Covid pandemic still be valid or does the typhon that overwhelmed us call for a reconsideration? The author explores this question rethinking a work of hers about the states that fall under the name of "boredom", such a frequent experience in the clinical practice and still so unexplored in the psychoanalytic literature. The hypothesis is that the experience of pandemic put in evidence continuity and diversity in this phenomenom and allowed to discover in the claim of 2boredom" the fingerprint of an unspeakable pain. [Publisher's text].
Fa parte di
Psicoterapia psicoanalitica : 2, 2021-
Articoli dello stesso fascicolo (disponibili singolarmente)
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Informazioni
Codice DOI: 10.3280/PSP2021-002005
ISSN: 2531-6753
PAROLE CHIAVE
- noia, dolore, passività, melanconia, mezzo malleabile, continuità dell'essere
- boredom, pain, passivity, melancholy, malleability, continuity of existence