Pensare il male
5-18 p.
L'autrice riassume secondo una visione personale i modi con i quali il pensiero psicoanalitico ha concettualizzato nel tempo il male, inteso come "ciò che fa male" nella mente: il modello idrostatico del blocco e della sua risoluzione, quello del conflitto correlato all'idea di polarità e di equilibrio, e il modello di pensiero e antipensiero di Bion. Il lavoro indica delle possibili connessioni con i diversi momenti storici e il mutare dei paradigmi scientifici ed etici dal positivismo di fine Ottocento all'esperienza delle due guerre mondiali e delle tragedie dei totalitarismi, rilevando possibili connessioni con il cambiamento dei nostri modi di pensare a "ciò che fa male" nella mente. [Testo dell'editore].
The author summarizes the ways psychoanalytical thinking conceptualized evil, seen as "what hurts" in the mind. She identifies three models: the first, called "hydrostatic" with its dynamic block versus dissolution; second: the "conflict", related to ideas of polarity and equilibrium; and last: minus K, Bion's anti-thinking. The paper shows potential connections with the historical sequence and with changes in scientific and ethical paradigms. From the positivism of the late '800s to the experiences of two World Wars and the totalitarian regimes and tragedies that followed, there are connections with how we perceive "what hurts" in our and other's minds. [Publisher's text].
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Informazioni
Codice DOI: 10.3280/PSI2020-001001
ISSN: 1972-490X
PAROLE CHIAVE
- Fare e subire il male, modelli psicoanalitici, modello idrostatico, modello del conflitto, modello meno K di Bion o antipensiero
- To do and to suffer the evil, psychoanalytical models, hydrostatic model, conflict model, Bion's minus K model