Miniere della memoria : scavi in archivi, depositi e biblioteche
263 p. : ill.
Includes bibliographical references.
Parlare di archeologie alibi, e quindi di scavi in archivi, depositi e biblioteche, significa confrontarsi con le archeologie del futuro, prossimo e remoto, e, nel presente, con un filone di ricerca che è, come è sempre stato, indispensabile per il progresso della conoscenza del mondo antico: per tre motivi principali, che riguardano l'archeologia in senso stretto, la storia culturale della nostra società e la tutela del patrimonio culturale, tangibile e intangibile. In primo luogo, solo gli scavi alibi possono consentire di lenire – e in una prospettiva di lunga durata anche sanare – la piaga più grave dell'archeologia, quella degli scavi inediti: giacimenti inesplorati, e talvolta inattingibili, di relazioni dei lavori, di rilievi e di reperti cui nessuno ha mai dedicato uno studio sistematico, ora per vincoli amministrativi o accademici, ora per mancanza di interesse o di intenzione, ora per carenza di tempo.
Scavare in archivi (di scavo o comunque di interesse archeologico), depositi e biblioteche consente, inoltre, di ripercorrere interi capitoli della storia non solo dell'archeologia, ma anche della cultura e della società in cui le scoperte sono state effettuate e in cui gli studi, ove realizzati, sono stati condotti. Verificare la vulgata, recuperare dati inediti, rileggere quelli editi, infine, sono azioni che offrono una solida base non solo alla ricerca scientifica, ma anche alle scelte di conservazione e di comunicazione del bene archeologico e della sua memoria, alle quali forniscono dati e informazioni per progetti di manutenzione ordinaria, di restauro e di valorizzazione. Su questi temi, aderendo all'invito del progetto Archeologie alibi dell'Ateneo di Bologna, hanno scelto di confrontarsi ricercatori che hanno in comune la passione per la conservazione, ed il restauro, della memoria. [Testo dell'editore]
-
Informazioni