Moccoletti romani : saggi di varia romanità
295 p.
Sono saggi che descrivono con un punto di vista arguto e non convenzionale i grandi episodi" della vita culturale dell'Urbe, dalla "Corsa dei Barberi" di via del Corso che si disputava alla fine dei Carnevali ottocenteschi, ai grandi film realizzati a Cinecittà, il cui simbolo immortale è Federico Fellini. Il titolo Moccoletti romani allude alla festa di Carnevale, più volte documentata da illustri viaggiatori stranieri come Goethe, Dickens e Millet come un tripudio di luci che illuminavano la notte successiva alla corsa dei barberi in via del Corso e che segnavano l'apice e la morte del carnevale al grido di "Mora ammazzato chi non porta il moccolo!" Era un augurio bonario e affettuoso che invitava il pubblico al gioco dello spegnimento della candela o del lume della lanterna". "Festa dei moccoletti era chiamata a Roma l'ultima sera di carnevale, quando la gente accendeva nel passeggio lungo il Corso dei piccoli ceri e cercava di spegnere quelli degli altri.
È un gioco ricordato da molti visitatori stranieri divertiti nel vederlo e nel parteciparvi. Festa popolarissima, metteva in allarme nell'Ottocento la polizia papalina, timorosa di sommosse liberali: ma non venne impedita nemmeno come ricorda in più di un sonetto il Belli in quel famoso 1837 quando si vietò l'uso delle maschere per evitare disordini politici. Moccolo richiama, inoltre, nel linguaggio corrente situazioni e significati scherzosi (reggere il moccolo, ad esempio) e sta anche ad indicare, per antifrase ironica, bestemmia ed insulto. In bocca romana il moccolo, in tal caso, più che esprimere aggressività, come accade in varie parlate dialettali, sembra quasi stemperarla; diventa sovente interiezione confidenziale che definisce e sottolinea rapporti amicali e di simpatica convivialità" [Testo dell'editore].
Collected writings.
First publ. 1980 by Amor.
M. Verdone (1917-2009).
-
Informazioni
ISBN: 9788898623624