Cittadinanza civile europea e politiche di integrazione
5-32 p.
Muovendo da una premessa generale sulle politiche di integrazione basate, rispettivamente, sul modello assimilazionista, multiculturale e interculturale (§ 1), il saggio si concentra sulla nozione di cittadinanza europea, dal lato sia dei suoi ambiti di rilevanza normativa nei trattati sull'Unione, sia del suo significato in relazione a due questioni principali concernenti la sua qualificazione e la sua portata soggettiva, con riguardo al problema della sua autonomia concettuale (§§ 2-3). Su questo sfondo, nel quale si può osservare un fondamento autonomo a carattere potenzialmente aperto e inclusivo della cittadinanza europea, viene analizzata la relazione tra immigrazione e integrazione nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia, avuto riguardo alle normative dell'Unione e ai programmi pluriennali del Consiglio europeo (§ 4): allo scopo di argomentare (§ 5) la possibilità di una nozione ampia di cittadinanza europea, nella forma della cosiddetta "cittadinanza civile", proposta dalla Commissione
in due comunicazioni, rispettivamente del 2000 e del 2003; all'epoca sostenuta e quindi rilanciata in tempi più recenti dal Comitato economico e sociale europeo in due pareri, rispettivamente del 2003 e 2014. Questa nozione ampia di cittadinanza europea potrebbe applicarsi, in virtù del principio di uguaglianza, ai cittadini dei paesi terzi (migranti e rifugiati) che siano residenti stabili di lungo periodo in uno Stato membro. Nell'ultimo paragrafo (§ 6), alcune considerazioni finali sono tratte, riguardanti l'esigenza di un cambio di paradigma, consistente nel ripensare al livello europeo la nozione di cittadinanza non più solo in termini di nazionalità (in rapporto alla cittadinanza dello Stato), ma su base residenziale, in termini di funzione di convivenza civica fondata sulla condivisione di valori, nell'ambito dello spazio transnazionale comune dell'Unione. [Testo dell'editore].
Starting with a general overview on integration policies based, respectively, on the assimilationist, multicultural and intercultural model (§ 1), the paper focused on the notion of European (Union) citizenship, looked at from the point of view of its normative relevance in the Union treaties, as well as on its meaning in relation to the basic issues of the qualification criteria and the subjective or personal scope of the notion of the Union citizenship, with regard to the problem of its conceptual autonomy (§§ 2-3). Against this background, in which it can be observed an autonomous foundation with a potentially open and inclusive character of European citizenship, the relationship between immigration and integration within the area of freedom, security and justice is analysed, having regard to EU rules and the European Council multiannual programmes (§ 4), with an aim to argue (§ 5) the feasibility of a broad definition of European citizenship, in the form of the so-called "civic citizenship"
such as proposed by the European Commission in two communications, respectively of 2000 and 2003; then supported and further relaunched in more recent times by the European Economic and Social Committee in two opinions, respectively of 2003 and 2014. This broad notion of European citizenship could apply, in virtue of the principle of equality, to third country nationals (migrants and refugees) who are stable long-term residents in a member state. In the last paragraph (§ 6), some final considerations are made regarding the need of a paradigm shift, consisting in re-thinking at European level the notion of citizenship no longer in terms only of nationality (related to state citizenship), but on a residential basis, in terms of function of civic coexistence grounded on shared values, within the transnational common space of the Union. [Publishers' text].
Fa parte di
Cittadinanza europea : XV, 1, 2018-
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Informazioni
Codice DOI: 10.3280/CEU2018-001001
ISSN: 2039-9383