Spunti sul salario minimo dopo la Proposta di direttiva UE.
749-771 p.
Il saggio, dopo aver messo in evidenza come in Italia vi sia una vera e propria questione salariale legata alla diffusione del "lavoro povero" e al basso livello delle retribuzioni, analizza la Proposta di direttiva UE sul salario minimo, recentemente approvata dal Parlamento europeo e tuttora non definitiva. L'articolo esamina le finalità e le motivazioni della Proposta (diretta a garantire salari adeguati che consentano una vita dignitosa) e i delicati problemi giuridici connessi sia alla competenza della UE in materia salariale, sia alla disciplina in essa contenuta. Dopo aver sottolineato che la Proposta non impone una legge sul salario minimo nei paesi in cui la retribuzione è stabilita dai contratti collettivi (come l'Italia), il saggio valuta gli effetti che il recepimento della Direttiva in Italia potrebbe avere, anche in considerazione dei disegni di legge diretti da introdurre il salario minimo.
Gli autori concludono la propria analisi sottolineando come sarebbe auspicabile un intervento legislativo che, in attuazione dell'art. 36 Cost., preveda retribuzioni minime corrispondenti a quelle previste dai contratti collettivi stipulati dai sindacati comparativamente più rappresentativi a livello nazionale. [Testo dell'editore]
After highlighting that in Italy there is a real salary issue linked to the diffusion of the working poors and to the low level of remuneration, the essay analyses the Proposal for a directive of the European Parliament and Council on minimum wages, recently approved by the European Parliament but not yet in its final version. The article examines the objectives and the reasons for the Proposal (finalized to guaranteeing adequate minimum salaries which allow a decent life) and the complex juridical problems connected both to EU competence on salaries and the discipline of the Proposal. After underlining that the Proposal does not impose introducing a minimum wage law in the countries in which the remuneration is established by collective agreements (such as Italy), the essay evaluates the effects that the implementation of the Proposal of directive could have, also taking into consideration the Italian Bills on minimum wages.
The authors conclude their analysis pointing out that it would be preferable to introduce a law which, implementing what is established by art. 36 of the Italian Constitution, introduces minimum wages corresponding to the salaries provided for by the collective agreements signed by the trade unions which, in a comparative evaluation, are the most representative at national level. [Publisher's text]
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Informations
Code DOI : 10.3280/GDL2021-172016
ISSN: 1972-5507
KEYWORDS
- Proposta di direttiva UE, Salario minimo previsto dalla legge o dai contratti collettivi, Monitoraggio e appalti pubblici, Art 36 Cost, Disegni di legge sul salario minimo, Contratti collettivi, Sindacati comparativamente più rappresentativi
- Proposal for a EU Directive, Legal or contractual minimum wage, Monitoring and public procurement, Art 36, Italian Constitution, Proposals for a Law on minimum wage, Collective agreements, Comparatively more representative trade unions