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Atlas of Transitions : arti performative e negoziazione della diversità

2019 - Franco Angeli

101-125 p.

Il saggio propone una riflessione sul ruolo che il teatro e l'arte performativa possono giocare nella produzione di una rappresentazione dei migranti e delle migrazioni "altra" rispetto al frame emergenziale, ora umanitario e ora securitario, alimentato dalle pratiche discorsive veicolate dai media e dalla retorica politica europea. Le immagini sensazionaliste e stereotipate di migranti e rifugiati mostrate quotidianamente dai media veicolano immaginari sociali in cui questi vengono spettacolarizzati come soggetti e oggetti di paura, "vittime di tragedie emergenziali", "potenziali criminali", "invasori" senza nome. Una retorica dominante che cristallizza gli squilibri di potere tra chi ha la possibilità di narrare e chi è costretto a essere narrato, perpetuando una prospettiva eurocentrica che legittima la distanza geografica e morale tra noi - europei, soggetti agenti - e loro - stranieri, oggetti passivi dei trafficanti o del nostro aiuto.

Muovendo da una riflessione più generale sul ruolo sociale, politico e simbolico dell'arte come strumento di decostruzione delle narrative dominanti, il saggio presenta i risultati di un progetto europeo, Atlas of Transitions, che mira a promuovere rappresentazioni alternative sulla migra-zione attraverso la sperimentazione di nuovi linguaggi, spazi di convivialità e di autoespressione innovativi. [Testo dell'editore].

The article proposes a reflection on the role that theater and performing arts can play in producing representations of migrants and "otherness", challenging the humanitarian and securitarian emergency frame fueled by media and political rhetoric. In fact, the daily sensationalist and stereotyped images of migrants and refugees showed by media convey social imaginaries in which migrants are depicted as subjects and objects of fear, "victims of emergency tragedies", "potential criminals", "invaders" without an own individuality. A dominant rhetoric that crystallizes the imbalances of power between those who have the possibility to narrate and those who are forced to be narrated. The paper starts with a general reflection on the social, political and symbolic role of art in promoting alternative representations of migration.

Then, it presents the results of a European project, Atlas of Transitions-New Geographies for a Cross-Cultural Europe, which aims at developing complex social imaginaries through the use of art, experiencing different languages and narratives, new communicative spaces and alternative perspectives on experiential citizenship. [Publisher's text].

Fait partie de

Mondi migranti : 2, 2019