(de) Legittimare la crisi migratoria su Facebook : le strategie discorsive nei commenti degli utenti
81-99 p.
Il presente contributo intende approfondire il rapporto tra la mediatizzazione del fenomeno migratorio denominato "crisi dei rifugiati" e una modalità di utilizzo di Facebook, al fine di comprendere il ruolo di un nuovo soggetto pubblico nell'attuare pratiche discriminatorie costruite discorsivamente nell'esperienza quotidiana di abitare la rete. Il saggio analizza la pratica dei commenti come strumen-to di costruzione discorsiva adottato da utenti "ordinari" e "comuni", riconosciuti come gli attori protagonisti dei social media. I risultati dello studio mostrano che, nonostante la maggioranza dei commenti analizzati non veicolino esplicite manifestazioni d'incitamento all'odio, essi si servono di un discorso apparentante accettabile e legittimo costruito attraverso processi di razionalizzazione e legittimazione. [Testo dell'editore].
This contribution intends to deepen the relationship between the mediatization of the migration phenomenon called "refugee crisis" and a way of using Facebook, in order to understand the role of a new public subject in performing discriminatory practices built discursively in the daily experience of living the web. The essay analyzes the comments practice as a discursive construction tool adopted by "ordinary" and scattared users, recognized as the protagonists of social media. The results of the study show that despite the majority of the comments analyzed do not spread explicit manifestations of hate speech, they use an argumentative discourse that seems acceptable and licit, constructed through processes of rationalization and legitimation. [Publisher's text].
Fait partie de
Mondi migranti : 2, 2019-
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Informations
Code DOI : 10.3280/MM2019-002005
ISSN: 1972-4896
KEYWORDS
- Crisi dei rifugiati, analisi critica del discorso, networked publics, commenti, social media, razzismo online
- Refugee crisis, critical discourse analysis, networked publics, users's comments, social media, online racism