Il "prode ingegno" di Saffo e lo "scaltro ingegno" di Armida : echi della Gerusalemme Liberata nell'Ultimo canto di Saffo
P. 27-42
Questa lettura dell'Ultimo canto di Saffo mette a fuoco una fonte tassiana: l'addio di Armida a Rinaldo, incentrato su una bellezza inutile che viene rifiutata. Benché la bellezza sia tema centrale nell'Ultimo canto di Saffo e abbia il suo fondamento in riflessioni autobiografiche di Leopardi, la voce di Saffo diventa poi quella di ogni essere umano di fronte al dolore e alla domanda universale: che colpa abbiamo? Inserire un sottotesto come quello del lamento di Armida («beltà può nulla o scaltro ingegno») significa amplificare il messaggio che né la bellezza né l'intelligenza potrebbero modificare la situazione di dolore e fragilità dell'uomo. Completano il saggio ulteriori raffronti testuali (da Gasparo Gozzi e Celio Magno) e un'analisi che ricapitola e approfondisce la ricorrenza significativa nella poesia dell'elemento liquido, dal mare alle lacrime. [Testo dell'editore]
This essay about Ultimo canto di Saffo focuses on a source by Torquato Tasso: Armida's farwell to Rinaldo, centered on a useless beauty that is rejected. Although beauty is the main theme in Ultimo canto di Saffo and is based on Leopardi's autobiographical thoughts, Sappho's voice becomes that of every human being in face of suffering and the unanswered question: what fault do we have? Inserting quotations from Armida's farewell means amplifying the message that neither beauty nor intelligence could change humanity's situation of pain and fragility. The essay is completed by further textual comparaisons (from Gasparo Gozzi and Celio Magno) and an analysis that summarizes and deepens the significant recurrence in this text of the liquid element, from sea to tears. [Publisher's text]
Forma parte de
Lettere italiane : LXXV, 1, 2023-
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Información
Código DOI: 10.1400/292896
ISSN: 2035-6315