La rilevanza dell'evento : un setting che lo possa contenere

Dalla prassintesi, con cui Luigi Pagliarani era solito indicare una sintesi essen-ziale che prelude alla scelta, alla decisione, il setting è luogo di approssimazione continua. Concorrono alle scelte che di volta in volta si compiono, in modo tacito e consapevole, sia l'epistemologia che il metodo, unitamente al flusso relazionale con le sue componenti intersoggettive, emozionali e cognitive. Questo contributo si concentra su quattro aspetti del setting: teoria, metodo, relazione e contesto, cercando di approfondire e aggiornare sia i vincoli che le possibilità interve-nienti nell'esperienza terapeutica e di intervento. Sono convocati allo scopo i contributi più recenti della ricerca scientifica, con un orientamento transdisci-plinare.

Il setting ne emerge arricchito e ridefinito come contesto che vincola e come ambiente che, con la sua contingenza e la sua generatività, con gli antecedenti e le emergenze impreviste che lo caratterizzano, può essere riconosciuto come luogo poetico del riconoscimento di sé per l'etica della prassi clinica. [Testo dell'editore]

The relevance of the event. A setting that can contain it. From the praxynthesis, with which Luigi M. Pagliarani used to indicate an essential synthesis that is a prelude to the choice and decision, the setting is a place of continuous approxi-mation. Both epistemology and method, together with the relational flow with its intersubjective, emotional and cognitive components, contribute to the choices that are made from time to time, in a tacit and conscious way. This contribution focuses on four aspects of the setting: theory, method, relationship and context, seeking to deepen and update both the constraints and the intervening possibili-ties in the therapeutic and intervention experience. The most recent contributions of scientific research, with a transdisciplinary orientation, are convened for this purpose.

The setting emerges enriched and redefined as a binding context and as an environment which, with its contingency and its generativity, with the ante-cedents and unforeseen emergencies that characterize it, can be recognized as a poetic place of self-recognition for the ethics of clinical practice. [Publisher's text]