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Scritti su Beethoven

2018 - Manzoni editore

232 p. : ill.

Richard Wagner non è stato solo una delle rivelazioni cardine del Secondo Ottocento, un compositore che, nel bene come nel male, ha rappresentato un'intera epoca della musica occidentale; è stato anche un pensatore e saggista di livello europeo, rappresentante convinto della Kultur austro-tedesca al suo massimo splendore, quella che tuttavia porterà, con il suo sincretismo pangermanico, alle sciagure della prima guerra mondiale e al nazismo. Wagner scrittore è tuttavia l'espressione di una lotta per l'egemonia della musica tedesca (in quei decenni dell'Ottocento surclassata dall'Opera italiana e francese), e la sua opera didattico-profetica ha trovato i suoi più accorati accenti negli scritti che il musicista ha dedicato a un altro gigante della storia della musica: Beethoven. Sono scritti che raccolgono impressioni, ingenuità, velleità di colui che si professa allievo e continuatore dell'autore della Nona Sinfonia, e si estendono per circa un trentennio, dal 1840 al 1870.

La loro riproposizione - in una nuova traduzione, che fa giustizia degli arcaismi e delle imprecisioni tecnico-musicali che penalizzavano le precedenti edizioni italiane - può essere altamente significativa anche oggi, soprattutto in una prospettiva storicistica, laddove è importante sottoporre a verifica il processo di fagocitante appropriazione alla quale Wagner sottopone l'estetica musicale beethoveniana, imponendone una visione che durerà nei decenni, sino al pieno Novecento, in tal modo stravolgendo e postdatando lo spirito autentico di Beethoven, al punto di trasformarlo in un compositore di fatto pre-wagneriano e post-romantico, già immerso in una temperie culturale bismarchiana, e quindi lontanissimo dalla civiltà classica e rivoluzionaria nella quale Beethoven nacque e operò. In appendice il volume contiene il Saggio di Wagner sull'Overture. [Testo dell'editore]