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Melchiorre Delfico : lettere a Giuseppe Mercuri

2021 - Bookstones

162 p.

Includes bibliographical references and index.

Nel 1934 Pietro Franciosi dava notizia di un nutrito gruppo di lettere rinvenute in «un magazzino di Rimini», anticipandone alcuni contenuti e aspetti. Si trattava di 95 missive di Melchiorre Delfico a Giuseppe Mercuri, datate dal 1804 al 1818 e quasi tutte da Napoli, dove l'intellettuale teramano era stato richiamato dal lungo esilio sammarinese (1799-1806). Franciosi si riprometteva di editarle assieme alle molte altre conservate dalla Biblioteca pubblica ma le condizioni di salute non glielo permisero e, prima di morire, volle farne dono allo Stato, che nel 1935 celebrava il centenario della morte di Delfico. Giuseppe Mercuri, nobile sammarinese fratello dell'arciprete di Pieve, era tutto il contrario degli intellettuali con i quali Delfico soleva corrispondere. Non era un intellettuale, non un politico (benché dieci volte reggente): solo un bravuomo, benestante, equilibrato e affidabile.

Le lettere che gli scrisse Delfico sono del genere delle familiares: notizie scambiate, piccoli favori, gli amici sammarinesi. E l'amatissima seconda «patria in miniatura», ruvida e ospitale. A queste tranches de vie la lunga introduzione di uno dei curatori dà ampio spazio, ma soprattutto si concentra sul Delfico "storico" e filosofo della storia, a partire dal paradosso di un'opera storica impegnativa, le Memorie storiche, scritte dal filosofo che professava di non credere alla storia, anzi, di ritenerla dannosa. Una storia che l'analisi dei contenuti - relativamente alla sovranità vescovile nel '200 e all'occupazione alberoniana - mostra inaffidabile, distorta com'è dalle passioni (l'amore per San Marino e l'odio per i preti) e dai miti, o pregiudizi, della perpetua libertà e dell'innocenza di un popolo. [Testo dell'editore]

In 1934 Pietro Franciosi delivered the news of a large group of letters found in “a warehouse in Rimini”, anticipating some of their contents and features. It consisted of 95 letters by Melchiorre Delfico to Giuseppe Mercuri, dating from 1804 to 1818 and almost all of them came from Naples, where the thinker from Teramo had been called back from a long exile in San Marino (1799-1806). Franciosi promised to publish them together with many other letters preserved by the public library. Unfortunately, his health conditions did not allow him to do so and, before dying, he decided to donate them to the State, which celebrated the centennial of Delfico's death in 1935. Giuseppe Mercuri, a San Marino nobleman, whose brother was the archpriest of Pieve, was quite the opposite of the intellectuals Delfico used to correspond with. He was neither an intellectual nor a politician (even if he was appointed as a regent ten times): just a good, wealthy, balanced and reliable man.

The letters that Delfico wrote to him belong to the genre of familiares: exchanged news, small favours, stories about his friends from San Marino. And his beloved second "miniature homeland", harsh and welcoming. The long introduction by one of the curators makes room to these tranches de vie, but above all focuses on Delfico as a "historian" and a history philosopher. Everything started from the paradox of a challenging historical work, the Historical Memories, written by a philosopher who didn't believe in history but, on the contrary, considered it harmful. The analysis of its contents – concerning with the bishops' sovereignty in the 13th century and the Alberonian occupation - shows an unreliable story, biased by passions (his love for San Marino and his hatred for priests) and the myths, or prejudices, of the perpetual freedom and innocence of a nation. [Publisher's text]