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ll nemico "rosso" : i soldati sovietici nell'immaginario italiano e nella pratica della guerra combattuta : campagna di Russia 1941-1943

2020 - Franco Angeli

53-83 p.

La rappresentazione del nemico in armi, tramite la propaganda di guerra, può costituire un incentivo al combattimento e influire sulla compartecipazione emotiva dei soldati alla causa bellica. Questi aspetti diventano particolarmente evidenti in un episodio come la campagna italiana di Russia, dove lettere e diari dei combattenti permettono anche di testare il grado di politicizzazione del soldato medio in un conflitto presentato e vissuto come la guerra ideologica per eccellenza. Il volontarismo in questa particolare campagna è un elemento significativo in tal senso. Il fronte orientale, con la sua durezza e il suo esotismo al negativo, dai soldati "mongoli" alle donne in armi, fu un terreno di coltura ideale per lo sviluppo di una narrazione sul nemico spesso leggendaria. Di qui pure il manifestarsi in combattimento di una violenza auto-giustificata, perché presumibilmente provocata dalle atrocità compiute dai "rossi".

L'autore affronta anche il tema, ricorrente negli scritti dei soldati e nelle carte militari, della pretesa tendenza dei sovietici ad arrendersi e a disertare, secondo un'immagine al contempo in sintonia e in contrasto con la raffigurazione ufficiale del nemico. [Testo dell'editore].

The portrayal of the enemy in arms through war propaganda may constitute an incen-tive to fight and influence the soldiers' emotional involvement in the war effort. These aspects become particularly clear in such an episode as the Italian campaign in Russia, where the soldiers' letters and diaries allow for an assessment of the level of polit-icization of the average soldier in a conflict that was presented and experienced as the ideological war par excellence. Voluntarism itself in that campaign represents a significant element. The Eastern front, with its hard circumstances and negative exoticism, from "Mongolian" fighters to women soldiers, was the ideal hotbed for the develop-ment of an often legendary narrative about the enemy. This also led Italian soldiers to display, in active service, a self-justified violence, provoked by the presumed atrocities carried out by the "reds".

Together with all these aspects, the author also tackles the issue of the recurrent claim, in the writings of soldiers and in military papers, that Soviets had an alleged tendency to surrender and desert, an image that was at the same time consistent and inconsistent with the official portrayal of the enemy. [Publisher's text].

Forma parte de

Mondo contemporaneo : rivista di storia : 1, 2020