Il monoscopio opaco : riflessioni su Luciano Bianciardi
220 p.
Includes bibliographical references.
Un Monoscopio opaco potrebbe essere la trasposizione dell'Io di Bianciardi, proiettato e frantumato attraverso un viaggio iperbolico nei primi decenni del dopoguerra. Un viaggio in bilico tra la provincia grossetana e Milano. Una provincia, solo in apparenza sonnacchiosa, carica di simboli culturali tradizionali e innovativi allo stesso tempo, percorsa con il Bibliobus errante, tra i suoi grandi spazi, con i cieli di Kansas City, i suoi minatori eroi, e spesa le domeniche al cineclub. E una Milano nevrotica, quasi schizofrenica, con la gente che giunge a fiumi, ogni mattina, e invade le strade, i negozi, gli uffici. Con le sue case editrici, popolate da intellettuali persi in lunghe riunioni a dissertare sull'opportunità delle virgolette.
Tutto quel pensare, soffrire, agire e vivere è scrutato dall'occhio giusto di Bianciardi che si affaccia sul mondo attraverso il monoscopio della neonata Tv. Impossibile comprendere la sua dis-integrata personalità senza ricorrere a un affresco ampio e partecipato di quegli anni, popolati da luoghi, testi, episodi, giornali, film, trasmissioni, canzoni, tutti evocativi di uno straordinario periodo in continua evoluzione, in febbrile trasformazione creativa. In quel mondo si è mosso Bianciardi, un precursore tradizionalista, un innovatore senza un programma, un fotografo senza macchina fotografica, un bohemienne senza tavolozza, un flaneur senza città, un rivoluzionario senza un manifesto, insomma, l'antitetico per antonomasia. [Testo dell'editore]
Luciano Bianciardi (1922-1971).