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Caratteristiche, evoluzione e rilevanza geo-economica degli aiuti giapponesi in Cina (1979-2008) : quadro generale e analisi dei casi di Dalian e Shanghai

2019 - Franco Angeli

21-49 p.

L'articolo considera le caratteristiche principali e l'evoluzione dei programmi giapponesi di aiuti alla Cina nel periodo 1979-2008. Questi programmi, diversamente da quelli di altri Paesi donatori, hanno per diversi anni seguito una logica essenzialmente economica, volta alla realizzazione di piattaforme di esportazione e alla creazione di un ambiente di investimento attrattivo. I programmi di assistenza hanno svolto una evidente funzione abilitante per gli investimenti diretti esteri giapponesi. Programmi di assistenza e investimenti diretti hanno realizzato esiti win-win, con benefici sia per il sistema produttivo, distributivo e logistico giapponese, sia per la Cina, grazie al loro contributo ai processi di sviluppo e crescita economica.

Con l'entrata della Cina nell'Organizzazione Mondiale del Commercio nel 2001 natura e logiche sia dei programmi di aiuto sia degli investimenti giapponesi sono cambiati: i programmi si sono riorientati verso le infrastrutture sociali, mentre gli investimenti si sono rivolti in misura crescente all'entrata nel mercato interno cinese. I casi dei porti di Dalian e Shanghai confermano questi elementi. Nel decennio Ottanta e Novanta gli aiuti hanno favorito lo sviluppo delle infrastrutture portuali e di trasporto, mentre gli investimenti hanno contribuito ai processi di sviluppo e integrazione regionale, grazie alla realizzazione di piattaforme produttive e orientate all'esportazione. A partire dagli anni Duemila, gli aiuti si sono indirizzati alle infrastrutture sociali (principalmente ambiente e risorse umane), mentre gli investimenti si sono progressivamente orientati al mercato interno.

Nel 2008 i programmi di assistenza giapponese sono stati profondamente ridimensionati, come conseguenza della crescita economica della Cina. In ogni caso, aiuti ed investimenti giapponesi hanno svolto un ruolo chiave nel favorire processi di integrazione economica regionale; inoltre, essi hanno mitigato le tensioni politiche e diplomatiche che hanno caratterizzato nei decenni scorsi le relazioni tra i due Governi. [Testo dell'editore].

This article considers the main characteristics and the evolution of Japanese programs of Official Development Assistance (ODA) in China in the period 1979-2008. These programs strongly contributed to establish an attractive business environment for Japanese multinational firms. ODA programs played an evident enabling role for Japanese Foreign Direct Investments (FDI), particularly in the transport, distribution and logistics sectors, and in the automotive one. ODA programs and FDI have produced win-win outcomes, with benefits for both the Japanese industrial system, and for China, thanks to important contribution they gave to the economic development of many coastal regions. With the entry of China into the WTO in 2001, nature and logic of both ODA programs and FDI changed: ODA have been re-oriented mainly towards social infrastructures, while FDI have increasingly turned to exploit the potential of Chinese domestic market. The cases of the ports of Dalian and Shanghai confirm the above elements.

In the 1980s and 1990s, aid favored the development of port and transport infrastructures, while FDI contributed to regional development and integration processes, thanks to the creation of manufacturing and export-oriented platforms. Since the 2000s, aid was directed towards social infrastructure (mainly environment and human resources), while investments started to focus more and more on the internal market. In 2008, ODA programs were profoundly downsized by the Japanese government, as a consequence of the changing role of China in the regional and global context. In any case, Japanese ODA programs and FDI played a key role in fostering regional economic integration processes; moreover, they have contributed to mitigate the political and diplomatic tensions that characterized China-Japan relations in past decades [Publisher's text].

Forma parte de

Rivista geografica italiana : CXXVI, 1, 2019