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L'antico e noi : studi su Manara Valgimigli e il classico nel moderno

2017 - Società Editrice Fiorentina

282 p.

L'Antico e noi è un ritratto a tutto tondo dell'umanesimo novecentesco, configurato e analizzato nella figura e nell'opera di uno dei massimi classicisti della modernità, Manara Valgimigli (San Piero in Bagno, 9 luglio 1876 - Vilminore di Scalve, 28-29 agosto 1965), traduttore dei Tragici greci e di Aristotele, storiografo della critica antica, ma anche fervido e squisito memorialista della civiltà carducciana nell'estrema propaggine del suo tramonto fino alla contemporaneità, dove ha interpretato con bonomia e ironia la parte di un Nestore saggio e sapiente ma anche anarchico e spregiudicato. Il lettore, che forse ne porta memoria dai tempi della sua scuola classica, come l'autorevole e prestigiosa firma della mediazione linguistica con i poeti e filosofi di Grecia, riscoprirà una delle figure più alte e originali della cultura italiana e un raffinato scrittore.

Valgimigli è anche il testimone fededegno di una classicità turbata ma non arresa, dal linguaggio forte e coraggioso, durus sermo, più di quanto non riesca a essere il nostro, balbettante fra mille censure di eufemismi virtuosi e ipocriti perfezionismi formali. Il profilo, cui dà corpo il volume, è ricco di prospettive, prodigo di ricordi, rivela angoli remoti e suggestivi nel grande affresco che è il passato. La lingua dell'antico, il suo codice ruvido e supremo, conoscono la sorte umana e sanno parlare del destino. Al nucleo di monografia valgimigliana si giunge battendo un cammino costellato di autori e di testi, saggistici e narrativi, eruditi e fantastici, da Gore Vidal a Marguerite Yourcenar, rispettivamente autori di memorabili storie romanzesche, il Julian (1962) e i Mémoires d'Hadrien (1951).

Con loro, voci potenti e all'ascolto del tempo, l'imperatore delle conquiste orientali e l'ultimo cesare pagano, annientato da quel nome, l'Apostata, che lo crocifigge a futura memoria, un trapassato remoto torna a dire la sua parola, a difendersi, a mostrare il diritto a esistere, resistere all'oblio. Chiude il volume un carteggio inedito fra Valgimigli e Medea Norsa (Trieste, 26 agosto 1877 – Firenze, 28 luglio 1952), la più stretta collaboratrice di Girolamo Vitelli, anch'essa una leggenda degli studi a Firenze e nel mondo. [Testo dell'editore]