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Invecchiare bene in tempi di crisi : punti di vista euritmici attraverso i posizionamenti con l'Alter

2017 - Franco Angeli

26-47 p.

L'aumento della longevità e della possibilità di trascorrere la terza, quarta e quinta età relativamente in buona salute sembra oggi favorire le condizioni per vivere un buon invecchiamento, nonostante permangano idee autolimitanti che lo connotano come periodo di vita di mero declino. Se da un lato l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sostiene agende volte a favorire un invecchiamento attivo della popolazione, pochi studi sono stati svolti per cogliere come gli anziani siano in grado di maturare un punto di vista euritmico sul proprio invecchiamento in un contesto politico e sociale caratterizzato dalla crisi economica. Riferendoci alla teoria delle Rappresentazioni Sociali e utilizzando una metodologia qualitativa, il lavoro analizza trenta interviste episodiche condotte con anziani in Italia.

Il fine è quello di ricostruire i principali temi che definiscono un buon invecchiamento e i posizionamenti da cui gli interlocutori costruiscono il proprio punto di vista in chiave euritmica. I risultati mostrano che, nel vivere e ragionare sull'invecchiare bene, gli anziani sottolineano in vari modi: diponibilità di risorse; presenza di stati mentali positivi; stili di vita funzionali a una migliore vita quotidiana; coinvolgimento in attività. Il confronto con l'Alter evocato nei resoconti (giovani precari o persone in difficoltà) sembra essere il principale organizzatore dei punti di vista usati per interpretare il proprio invecchiamento in termini vantaggiosi. A partire da questi posizionamenti, emergono tre dimensioni bipolari: autonomia/dipendenza; fragilità/non fragilità; fortuna/sfortuna. Il testo si chiude con riflessioni sulle potenzialità, ma anche sui limiti, che l'attività di ricerca può avere nel promuovere costruzioni della realtà più funzionali e socialmente rilevanti. [Testo dell'editore].

The increase of longevity ‒ and of the chance to spend the third, fourth and fifth age in relatively good health ‒ appears today to favour the conditions to age positively, although self-handicapping ideas persist that depict this as a life period of mere decline. While the WHO supports agendas aimed to foster citizens' active ageing, few studies have been conducted in order to gather how the elderly might gain a eurhythmic perspective on their own ageing in a political and social context characterised by the global crisis. Referring to the theory of Social Representations and adopting a qualitative methodology, this work analyses thirty episodic interviews carried out with Italian elderly people. Its aim is to reconstruct the themes that define ageing well and the positioning from which individuals construct their eurhythmic points of view.

The results show that, living and reasoning on ageing well, the participants enhance in various ways: availability of resources; positive mental states; more functional life styles; being involved in activities. The comparison with the Alter evoked in the accounts (such as youth in precariousness or unhealthy people) appears to be the main organizing principle of points of view used to interpret one's own ageing in favourable terms. Starting from these positioning, three bipolar dimensions emerged: autonomy/dependence; fragility/no fragility; good luck/bad luck. The paper closes reasoning on the potentials, but also on the limits, that the research activity may have to promote constructions of reality more functional and socially relevant. [Publisher's text].

Forma parte de

Psicologia della salute : quadrimestrale di psicologia e scienze della salute : 1, 2017