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Cittadinanza europea e solidarietà nazionali

2016 - Franco Angeli

P. 85-125

Il presente contributo affronta i principali nodi problematici connessi alla natura controversa dello statuto della cittadinanza dell'Unione europea con particolare riferimento alla relativa dimensione sociale. Ricostruendo la giurisprudenza della Corte di giustizia in materia di accesso alle prestazioni sociali dei sistemi nazionali di welfare da parte delle diverse categorie di cittadini europei "mobili" individuate dalla normativa comunitaria derivata, l'Autore evidenzia la crescente tensione tra i confini della solidarietà nazionale e lo sviluppo giurisprudenziale di un certo grado di solidarietà finanziaria tra gli Stati membri imposto dal carattere fondamentale dello status di cittadinanza dell'Unione. A fronte delle crescenti resistenze nazionali, la giurisprudenza più recente della Corte di giustizia esprime bilanciamenti tra i diversi principi e interessi in gioco orientati prevalentemente in funzione dell'esigenza di salvaguardare le finanze pubbliche degli Stati membri ospitanti e la tenuta dei r

In tale prospettiva, l'analisi delle pronunce rese nell'ultimo triennio in relazione ai cittadini europei c.d. "inattivi" e ai soggetti non più titolari dello status di lavoratore negli Stati membri ospitanti consente all'Autore di rilevarne le ripercussioni negative sul piano della tutela della parità di accesso dei cittadini dell'Unione alle prestazioni nazionali di welfare e sulla portata del relativo diritto di circolare e soggiornare liberamente nel territorio dell'Unione. Tuttavia, pur sottolineando i limiti di una costruzione prevalentemente pretoria del paradigma inclusivo della cittadinanza europea, secondo l'Autore è difficile sostenere che si sia già affermato un consolidato orientamento giurisprudenziale destinato a riaffermare definitivamente la logica dell'integrazione sociale negli Stati membri ospitanti unicamente nell'angusta prospettiva della cittadinanza europea "selettiva" e "mercantile". [Testo dell'editore]

This paper addresses the main problems related to the controversial nature of the European Union citizenship status, with particular regard to its social dimension. Reconstructing the ECJ jurisprudence on access to social benefits of national welfare systems by different categories of Europeans "mobile citizens" identified by Community secondary legislation, the author highlights the growing tension between the boundaries of national solidarity and the development of case-law of a certain degree of financial solidarity between Member States imposed by the fundamental character of the Union citizenship status. In light of the strong national resistance, the most recent Court of Justice jurisprudence expresses balances between the different involved interests and principles substantially oriented within the scope to safeguard the public finances of the host Member States and the estate of its welfare systems.

In this perspective, the analysis of the decisions made in the last three years in relation to so called Europeans "inactive" citizens and to persons no longer hold the status of worker in the host Member States allows the author to detect the negative effects on the level of protection of equal access of EU citizens to national welfare benefits and on the scope of the relevant right to move and reside freely within the territory of the Union. Nevertheless, while stressing the limits of a mainly judicial construction of the inclusive paradigm of European citizenship, for to the author it is difficult to argue that we have already established a consolidated jurisprudential guidelines, which would definitely reaffirm the logic of social integration in host Member States solely in the narrow perspective of "selective" and "merchantable" European citizenship. [Publisher's Text]

Forma parte de

Cittadinanza europea : XIII, 2, 2016