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Contro la normalizzazione delle identità dissidenti : riflessioni pedagogiche a partire dalla neuroqueerness

2024 - Franco Angeli

P. 145-163

Il presente contributo intende muoversi tra il passato e il presente delle pratiche di cura per mettere in luce alcuni nodi problematici legati a consuetudini educative violente volte alla normalizzazione delle identità e dei corpi di coloro che divergono dalla normalità statistica e dai canoni di ciò che viene considerato accettabile o consono in un dato contesto. Si sceglie di focalizzarsi in particolar modo sulla storia e sulle esperienze di persone neurodivergenti e di persone queer, due gruppi sociali marginalizzati a vari livelli, e sull'intersezione storica e concettuale delle pratiche rieducative violente che entrambi i gruppi hanno subito e continuano a subire, sia separatamente che nella loro intersezione (identità neuroqueer).

Con la consapevolezza che l'intento normalizzante e di inquadramento all'interno di canoni prestabiliti – che spesso sfocia in pratiche più o meno esplicitamente violente, inquadrabili all'interno della pedagogia nera – si applichi anche a molteplici altre categorie di persone, l'affondo su identità neurodivergenti e su identità queer funge da esempio emblematico che intende invitare a una riflessione e a una profonda messa in discussione delle finalità della pedagogia e delle pratiche educative e di cura, evidenziando e problematizzando anche le questioni di potere al loro interno. [Testo dell'editore]

The aim of the paper is to explore the past and the present of education and care practices in order to highlight some issues related to violent educational habits aimed at normalizing the identities and bodies of those who deviate from statistical normality and from what is considered acceptable or appropriate in a given context. The focus is on the history and experiences of neurodivergent people and queer people, two marginalized social groups, and on the historical and conceptual intersection of violent re-educational practices that both groups have been subjected to, both separately and in their intersection (neuroqueer identities).

Even though the aim to normalize and shape according to certain standards – which often results in more or less explicitly violent practices that can be framed within the so-called Black Pedagogy – applies to many other categories of people as well, the analysis on neurodivergent and queer experiences serves as an emblematic example intended to activate reflection and deep questioning on the purposes of pedagogy and of care and education practices, while also highlighting and problematizing issues of power in the field. [Publisher's text]

Is part of

Educational reflective practices : 1, 2024