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I diritti sociali nell'ordinamento multilivello (fra Unione Europea e costituzioni nazionali)

2023 - Franco Angeli

79-129 p.

Con l'incorporazione della Carta dei diritti fondamentali nei 'nuovi' trattati dell'Unione si registra una più compiuta positivizzazione dei diritti fondamentali (civili e sociali) ma non può ancora affermarsi che i cataloghi di tali diritti corrispondano ai (più evoluti) cataloghi dei diritti tutelati dalle costituzioni nazionali. La giurisprudenza in tema di rapporti fra diritti sociali e libertà economiche eurounitarie lo chiarisce bene, al contempo sollevando la complessa questione della pretesa primazia generalizzata del diritto primario dell'Unione su quello costituzionale nazionale, che ha già trovato prime risposte nella 'dottrina dei controlimiti' da parte delle corti costituzionali europee e più di recente una innovativa giurisprudenza del Giudice costituzionale interno volta a valorizzare il giudice nazionale come 'giudice europeo' nella promozione del 'dialogo' fra le corti.

In tale quadro, non può negarsi che, se la disciplina eurounitaria dei diritti sociali non contrasta, di certo non corrisponde, nel fondo, alla sua concezione negli ordinamenti costituzionali nazionali a base sociale. A fronte di un simile quadro, ora dischiuso dal multilevel constitutionalism ma non ancora pienamente appagante, parrebbe che la natura imprecisa e incerta di talune disposizioni della Carta europea dei diritti fondamentali potrebbe essere superata con una loro innovata positivizzazione in un più compiuto catalogo di diritti sociali, all'interno di una rivisitata Carta dei diritti fondamentali. La 'circolazione dei diritti' e, più in generale, lo stesso 'processo di integrazione europeo' ne potrebbero utilmente beneficiare. [Testo dell'editore].

Through the incorporation of the Charter of Fundamental Rights into the 'new' treaties of the Union, there is a more accomplished positivation of fundamental (civil and social) rights. However, it cannot be said that the catalogues of these rights correspond to the more developed catalogues of rights enshrined in national constitutions. The jurisprudence on the relationship between social rights and EU economic freedoms makes this well clear, raising the complex issue of the claimed generalized primacy of EU primary law over national constitutional law.

This issue has already found initial answers in the 'doctrine of counter- limits' by the European constitutional courts and more recently an innovative jurisprudence of the Italian constitutional judge aimed at enhancing the national judge as 'European judge' in promoting 'dialogue' between the courts. Within this framework, it cannot be denied that while the EU regulation of social rights does not contradict, it certainly does not, at the bottom, correspond to its conception in national socially-based constitutional orders.

In the face of such framework, now disclosed by multilevel constitutionalism but not yet fully fulfilled, it would seem that the imprecise and uncertain nature of certain provisions of the European Charter of Fundamental Rights could be overcome by their innovated politicization in a more accomplished catalogue of social rights, within a revised Charter of Fundamental Rights. The 'circulation of rights' and, more generally, the 'European integration process' itself could usefully benefit. [Publisher's text].

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Cittadinanza europea : XX, 2, 2023