Hegel in Italia : Il dibattito sull'interpretazione della filosofia del diritto
212-230 p.
Traduzione (di Carla De Pascale) di un saggio tedesco di Claudio Cesa sull'influenza della filosofia di Hegel nell'Italia meridionale di Otto e Novecento. Valenza prioritariamente politica di tale recezione (in realtà una rielaborazione e un'interpretazione autonome) e ruolo politico dei protagonisti del neohegelismo napoletano. L'intervento della censura, e la conseguente scarsa circolazione, ne fecero un filosofia di opposizione. Il primo veicolo di diffusione fu la Filosofia della storia universale, nell'interpretazione offerta dalle lezioni di storia della filosofia di Cousin. Accolti furono lo schema generale di filosofia della storia e la critica al contrattualismo/liberalismo, mentre modifiche introdotte dagli italiani riguardarono il valore dello Stato nazionale (Bertrando e Silvio Spaventa) e l'assenza delle istituzioni corporative (Bertrando Spaventa e Francesco Fiorentino). Sul rapporto fra religione e politica nelle letture di De Sanctis e Vera.
In Croce e Gentile il confronto è anzitutto con la filosofia teoretica di Hegel. Dalla critica di Croce alla logica e alla dialettica hegeliana discende il suo rifiuto dell''eticità' dello Stato. Rifiuto dello Stato 'oggettivo' anche in Gentile, più diretto erede della tradizione filosofica italiana. [Testo dell'editore].
This is a translation (by Carla De Pascale) of an essay by Claudio Cesa originally composed in German. It focuses on the influence of Hegel in Southern Italy between Nineteenth and Twentieth Centuries. This reception was first of all political, and happened according to autonomous revisions and interpretations: after all Neohegelians in Naples played important political roles. Censorship caused the narrow circulation of their ideas and made of Neohegelianism a philosophy of opposition. The first diffusion happened thanks to the Philosophy of Universal History, in the interpretation offered by Cousin. The general scheme of philosophy of history, and the criticism to contractualism and liberalism were accepted, but Bertrando and Silvio Spaventa added modifications on the meaning of the national state, and again Bertrando Spaventa, with Francesco Fiorentino, did not consider corporate institutions. De Sanctis and Vera focused on the relationship between religion and politics.
Croce and Gentile were more interested in the theoretical philosophy of Hegel. From Croce's criticism to the Hegelian logic and dialectic stems his refusal of the 'eticity' of the State. Also Gentile, more direct heir of the Italian tradition, refused the 'objective' State. [Publisher's text].
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Informationen
DOI: 10.1400/272898
ISSN: 2284-1474