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Da scuola del popolo a scuola fascista della nazione? Un bilancio dell'istruzione elementare in Italia a dieci anni dalla riforma Gentile

2020 - Franco Angeli

117-180 p.

Nel gennaio 1932, a quasi dieci anni dalla riforma più importante e più discussa del fascismo, quella della scuola, l'ispettore scolastico Renato Moro preparò una dettagliata relazione sulla condizione della scuola elementare lontana da finalità propagandistiche e destinata ad uso interno del ministero dell'Educazione nazionale. Ponendo a confronto la pubblicazione ufficiale prodotta pochi mesi dopo dal ministero con la relazione preparata da Moro, che qui viene riprodotta integralmente, il saggio mette in luce il divario esistente tra gli obiettivi dichiarati dal fascismo e la realtà, tra i risultati propagandati e quelli effettivamente conseguiti. Ne emerge, tra l'altro, l'immagine di una società meridionale ancora arretrata ma non immobile, che anche nei suoi strati medio-bassi chiedeva allo Stato più istruzione e la possibilità di accesso alle scuole medie, che la riforma aveva ostacolato in molti modi.

Il regime, impegnato ad ottenere una più decisa fascistizzazione della scuola, sottovalutò gli effetti negativi prodotti dalla presenza invadente del partito e dell'Opera nazionale Balilla, e dal disordine normativo che ne accompagnò costantemente l'azione. Il succedersi continuo di provvedimenti, ripensamenti e adattamenti minò l'immagine di solidità e coerenza che il regime voleva dare di sé nel suo progetto di radicale trasformazione degli italiani. [Testo dell'editore].

In January 1932, almost ten years past the most famous and debated reform of the fascist re-gime, the school reform, the school inspector Renato Moro prepared a detailed report on the state of primary education. This was far from propaganda and meant for internal use of the Ministry of National Education. By comparing the official publication from the Ministry, released few months later, with Moro's report, published here in full, this essay highlights the existing difference between fascism's declared goals and reality, between the results advertised and those actually achieved. It emerges, among other, the image of a Southern society still backward but not static, which even in its middle-low levels was asking the State for more edu-cation and the possibility to access middle schools, which the reform hindered in several ways.

The regime, busy obtaining a more decisive fascistisation of the education system, undervalued the negative effects engendered by the invasive presence of the National Fascist Party and the Opera Nazionale Balilla, and by the normative mess which constantly accompanied its action. The continuous succession of provisions, second thoughts and adaptations undermined the image of solidity and coherence that the regime wanted to provide with its radical project of transformation of the Italians. [Publisher's text].

Fait partie de

Mondo contemporaneo : rivista di storia : 1, 2020