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Economia circolare : il fabbisogno impiantistico di trattamento dei rifiuti urbani in Italia al 2035

2019 - Franco Angeli

143-168 p.

Starting from the current situation and regional planning on waste recycling and treatment, this article contributes to the existing literature by building a scenario on minimum required plants needed for waste treatment, specifically focusing on wet and differentiated fractions. The proposed scenario is consistent with the objectives stated in Circular Economy to 2035 directives, full compliant with the waste hierarchy. Assuming waste production to be constant and plant capacity to be maintained as of today's level, there still will be an additional need for wet waste recycling and residual waste treatment of respectively more than 2 millions tons/year and 1.5 million tons/year. These forecasts result in at least 53 additional anaerobic digestion plants and at least 4 incinerators.

The proposed plant will is coherent with regional self-sufficiency in disposal of non-hazardous urban waste, following subsidiarity/proximity to large area principles for wet fraction (neighbouring areas) and residual urban waste (macro area). [Publisher's text].

Economia circolare: il fabbisogno impiantistico di trattamento dei rifiuti urbani in Italia al 2035 Nel presente lavoro, gli autori, a partire dalla ricognizione dello stato di fatto e delle pianificazioni regionali, costruiscono uno scenario sul fabbisogno impiantistico di trattamento del rifiuto organico e del rifiuto differenziato al 2035, coerente con il raggiungimento degli obiettivi di riciclaggio e di riduzione dello smaltimento in discarica indicati dalle direttive del Pacchetto economia circolare, nel pieno rispetto della gerarchia dei rifiuti. Nell'ipotesi di produzione costante di rifiuto urbano e di mantenimento della capacità impiantistica esistente, tra venti anni avremo un fabbisogno aggiuntivo di riciclaggio del rifiuto organico di almeno 2,3 milioni di tonnellate/anno ed uno di trattamento del rifiuto urbano residuo di circa 1,7 milioni di tonnellate/anno.

Sulla base di queste quantificazioni, occorrerebbe avviare almeno 53 impianti di digestione anaerobica e almeno 4 impianti di incenerimento. La dotazione impiantistica individuata è coerente con l'autosufficienza regionale nello smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi, a partire da un principio di sussidiarietà/prossimità di area vasta per la frazione umida (regioni limitrofe) e per il rifiuto urbano residuo (macro area). [Testo dell'editore].

Fait partie de

Economia pubblica : XLVI, 1, 2019