Le parole che generano

Dopo una premessa autobiografica sul suo amore per la letteratura e la poesia, l'autrice propone una riflessione sull'uso della parola in psicoanalisi e sul lavoro di scavo necessario alla ricerca di una parola pregnante nella particolare situazione emotiva della stanza d'analisi. Seguendo la suggestione del poeta irlandese S. Heaney, autore di Digging, utilizzando la lezione della poesia, si apre la strada a una psicoanalisi meno tecnica, più incerta e dubbiosa, che suggerisce con delicatezza, piuttosto che affermare con certezza. Attraverso brevi storie cliniche, si scopre il valore trasformativo della parola, la sua capacità di cambiare i termini del problema, immaginando nuovi significati e qualità nuove della vitalità fisica ed emotiva. Seguendo la lezione di Ogden e prima ancora di Bion, si accostano in maniera inedita "fiducia" e "fede" come condizioni psichiche.

Forse la psicoanalisi può apprendere da fonti ebraico-cristiane il "così si può dire" e la ricerca del "settantunesimo senso". [Testo dell'editore].

After an autobiographical introduction on her love for literature and poetry, the author reflects on the use of words in psychoanalysis and on the digging work necessary for the search for a pregnant word in the particular emotional situation of the analytic room. Following the suggestion of the Irish poet S. Heaney, in Digging, what we learn from poetry opens up a route to a less technical psychoanalysis, more uncertain and doubtful, that delicately suggests, other than stating with certainty. Short clinical stories illustrate the transformative value of words, their ability to reverse a problem, seeing new meanings and new qualities of physical and emotional life. Along the lines of Bion's and Ogden's thought, "trust" and "faith", as psychical conditions, match in an original way. Perhaps psychoanalysis may learn from Judeo-Christian sources the "so to say" and the search for the "seventy-first sense". [Publisher's text].