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La cura del disagio psichico nell'esperienza migratoria : Appunti per un riferimento epistemologico della clinica transculturale

2017 - Franco Angeli

79-91 p.

Gli Autori esaminano criticamente alcuni costrutti antropologici e filosofici della psicopatologia transculturale per migliorare le proprie prassi terapeutiche nei confronti di persone migranti con sofferenza psichica. Gli Autori hanno selezionato dall'amplissimo corpus di conoscenze antropologiche e filosofiche sull'alterità culturale i contributi dell'antropologo Mondher Kilani e quello di Ludwig Wittgenstein, capaci di porre il tema dell'altro culturale come un esercizio possibile. L'altro non è penetrabile, non possiamo immedesimarci completamente nell'altro. L'altro possiamo inventarlo, possiamo ipotizzare alternative al nostro modo di vedere le cose, possiamo mettere in crisi il nostro repertorio culturale. È possibile incontrare la sofferenza di persone appartenenti ad altre culture nella peculiare condizione migratoria perché queste persone non sono totalmente altre e quindi incomprensibili, nello stesso tempo non possiamo nemmeno considerarle analoghe agli altri utenti dei servizi che appartengono al

la nostra cultura. Successivamente vengono proposte brevi vignette cliniche di migranti insieme ad alcune strategie terapeutiche desunte dal lavoro degli Autori come psichiatri del Dipartimento di Salute mentale e come consulenti del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) di Modena, che esemplificano e confermano le precedenti evidenze teoriche. [Testo dell'editore].

Authors critically review some anthropological and philosophical concepts pertaining to transcultural psychopathology which may be useful in improving therapeutic practice for migrants presenting with mental distress. From the vast corpus of literature about cultural otherness they focus on the contributions of the anthropologist Mondher Kilani and of the philosopher Ludwig Wittgenstein, which allow the topic of the cultural Other to be explored. The Other can not be explained, nor can we fully empathize with the Other. However, we can invent the Other, consider alternative ways of looking at things, and we can question our cultural inventory. We can meet the mental pain of people belonging to other cultures in the unique migratory experience because these people are not completely "other" nor unintelligible, but we can not consider their experience analogous to the experience of other service users belonging to our culture. Using this stance, the Authors present case scenarios and propose therapeutic strateg

ies emerging from their experience as psychiatrists working in public mental health services and as consultant to the Modena support service for asylum seekers. [Publishers' text].

Fait partie de

Rivista sperimentale di freniatria : la rivista dei servizi di salute mentale : CXLI, 3, 2017