Lo stato di guerra cambia il ruolo dei media

P. [1-3] [3]

• Articles du même numéro (disponibles individuellement)

  • Senso e attualità di un dibattito
  • Nuove responsabilità per il mondo dell'informazione e della comunicazione
  • Si compiono gli archetipi dell'immaginario del Novecento
  • Un'indagine sociale
  • Prima, durante e dopo l'11 settembre
  • Quando la rappresentazione della realtà è più forte della realtà
  • Alle prese con il "male"
  • Le liste dei buoni e dei cattivi
  • Lo stato di guerra cambia il ruolo dei media
  • La televisione "vettore del caso"
  • Lettera di un testimone
  • Il ruolo della conoscenza e della ricerca nell'analisi anticipatoria delle crisi
  • Indignazione, odio, vendetta e paura. I media costruiscono sentimenti
  • Al-Jazira nel contesto del mondo arabo
  • I vantaggi di internet e la guerra invisibile
  • Una vecchia conoscenza: la disinformazione
  • I media, indipendenti dai governi
  • Appartenenze e funzioni. Da che parte stanno i giornalisti?
  • Tv e quotidiani, lo sforzo della complementarietà
  • Islam e occidente, guerra di stereotipi
  • A differenza del Vietnam
  • Niente di nuovo sul fronte occidentale
  • Risposte semplici a domande difficili
  • Bin Laden costruttore di consenso mediatico
  • Diritto di spiegare, diritto di tacere
  • Se c'è azione bellica, c'è anche il dovere di spiegarla
  • Complessità ed eccentricità rispetto alle tipologie dei media
  • Informazioni da cercare, da ottenere e da diffondere
  • Nel contesto di un dibattito
  • La diffusione dell'informazione sugli attacchi terroristici agli Stati Uniti e sulla guerra in Afghanistan nel tam-tam multimediale
  • Journalism, Civil Liberties and the War on Terrorism
• Informations

  Code DOI : 10.1400/65701

  Permalink: http://digital.casalini.it/10.1400/65701