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T'amo, o pio bove… : pacifismo internazionalista, stili transnazionali e strategie produttive : il caso di Rat (La guerra, Veliko Bulajić, 1960)

2021 - Rubbettino

P. 53-68

Il caso di Rat (La guerra, Veliko Bulajić, 1960) è istruttivo per osservare la cultura cinematografica durante la Guerra Fredda, al di là del binarismo USA/URSS. Il film prodotto dalla Jadran Film in Croazia, a partire da una sceneggiatura di Cesare Zavattini, cristallizza questioni cruciali del periodo. Sul piano ideologico, il film esemplifica le posizioni del movimento dei Paesi non allineati, il pacifismo progressista e la paura della minaccia nucleare, da entrambi i lati della Cortina di ferro. Sul piano delle politiche culturali, il film offre l'opportunità di indagare il funzionamento di reti artistiche e politiche transnazionali, indipendenti dalla politica dei blocchi. Da un'ottica cinematografica. La guerra evidenzia la funzione mediatrice e modellizzante di uno stile cinematografico - il neorealismo - tra sfera transatlantica e socialista, e il suo declino dalla metà degli anni Cinquanta.

Attraverso i documenti dell'Archivio Cesare Zavattini e in una prospettiva di storia congiunturale, il saggio esamina peculiarità e rilevanza di questo episodio trascurato nelle relazioni cinematografiche italo-jugoslave. [Testo dell'editore]

The case of Rat (Atomic War Bride, Veliko Bulajić, 1960) helps us to survey the Cold War cinematic culture beyond the US/USSR binarism. The film, produced by the Croatian Jadran Film and scripted by Cesare Zavattini, epitomizes some crucial issues of the period. Regarding ideology, the work brings together the stances of the movement of nonaligned countries, progressive pacifism and the nuclear threat, which concerned both sides of the Iron Curtain. Regarding cultural policy, the film provides the researcher with an opportunity to scrutinize how transnational artistic and political networks operated across the blocs. If we look at Atomic War Bride through a cinematic lens, it sheds light on a cinematic style, i.e., neorealism, as both a mediator and a model which succeeded in both the transatlantic and socialist regions but declined throughout the 1950s.

By relying on the primary sources of the Archivio Cesare Zavattini and with a conjunctural history perspective, the article discusses the specificities and relevance of this neglected work, which should be considered a significant part of Italo-Jugoslavian cinematic relations. [Publisher's text]

Is part of

Cinema e storia : rivista annuale di studi interdisciplinari : X, 2021