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Oltre queste mura (in)visibili : memoria, rivoluzione e straniamento nella poesia femminile irano-americana

2020 - Franco Angeli

63-89 p.

L'esperienza delle migrazioni riflette antiche tensioni e condiziona rappresentazioni identitarie molteplici. Il caso della diaspora iraniana e caratterizzato, in particolare, da flussi diretti in Occidente prima e dopo lo scoppio della Rivoluzione nel 1979. In concomitanza con gli eventi dell'11 settembre 2001, tali esodi sono accompagnati da cronache femminili di prigionia e memoir incentrati su restrizioni e prassi di confinamento di genere nel contesto della Repubblica Islamica. A quarant'anni dallo spartiacque storico e traumatico della Rivoluzione Iraniana, e obiettivo di questo contributo accantonare la fissazione occidentale sul velo islamico e le narrazioni imperniate su ritratti femminili di segregazione, per prendere in esame una selezione di poesie a firma di tre autrici irano-americane - Laleh Khalili, Aphrodite Desiree Navab e Persis M. Karim - appartenenti a diverse generazioni di espatriati, nonche distinte per carriere professionali.

I componimenti verranno analizzati per mettere in luce una dimensione piu sottile e vulnerabile di riscrittura del se incentrata sugli sdoppiamenti di simbologie, memorie e retaggi culturali connessi a motivi di perdita, straniamento e "stati del tra". Le poesie saranno lette, infine, come spazi di riconfigurazione di un discorso sul passato e di drammatizzazione del rapporto tra un se che (re)immagina e un'identita diasporica sempre piu plurale. [Testo dell'editore].

The experience of migrations points out old tensions and affects multifaceted representations of identity. More in detail, the case of the Iranian diaspora is marked by flows of people who moved to the West before and after the outbreak of the Revolution in 1979. Furthermore, mainly after 9/11 events, the same diaspora shows a large number of female prison chronicles and memoirs focused on matters of restrictions and gender confinement under the Islamic Republic. At a distance of forty years since the historical and traumatic divide of the Iranian Revolution, this paper aims at putting aside the Western fixation on the veil and narratives on women's subjection, in order to investigate a selection of poems written by three Iranian-American women - Laleh Khalili, Aphrodite Désirée Navab and Persis M. Karim - who come from different careers and generations of expatriates.

Their poetical work will be explored to highlight a more subtle and vulnerable perspective of self-rewriting based on splitted imageries, memories and cultural legacies all connected with symbols of loss, estrangement and in-betweenness. The poems will be read also as spaces for each writer to recover a discourse on the past and dramatize the connection between the (re)imaginative I and the deeper, plural valency of the diasporic self. [Publisher's text].

Is part of

Storia urbana : rivista di studi sulle trasformazioni della città e del territorio in età moderna : 167, 3, 2020