Quando la speranza è attaccata : la violenza come difesa dalla colpa
41-55 p.
Il lavoro affronta il tema della distruttività umana come modalità di difesa dai sentimenti di colpa. Come già evidenziato da Freud e dalla Klein, sia a livello individuale che collettivo, la distruttività può essere proiettata negli altri, oppure può essere attribuita a un trauma del passato che determina una reazione distruttiva, in modo da evitare l'assunzione della responsabilità. Ogni riconoscimento della responsabilità per la propria distruttività produce un senso di colpa doloroso che, di conseguenza, può essere negato o proiettato. Inoltre, il senso di colpa si intensifica quando c'è la consapevolezza che il danno è stato inflitto a qualcosa sentito come buono e prezioso. Attraverso l'analisi di alcuni casi clinici, l'autore ci mostra la difficoltà presente nel lavoro analitico con pazienti suicidi o violenti.
L'analista deve confrontare il paziente con il proprio desiderio di utilizzare la violenza per sterminare ciò che è danneggiato e vulnerabile dentro se stesso, o attaccare un'immagine persecutoria per neutralizzarla. Allo stesso tempo, viene messo nel transfert nella posizione di essere un oggetto che può essere incolpato, e poi attaccato e ucciso nella fantasia. Il trattamento psicoanalitico, infatti, rappresenta una speranza di cambiamento e di sviluppo e può facilmente provocare una ritorsione violenta per aver disturbato l'equilibrio psichico e aver offerto una via d'uscita da una relazione interna vincolata. La paura di questo cambiamento psichico può provocare una pericolosa reazione terapeutica negativa. [Testo dell'editore].
This paper deals with the issue of human destructiveness as a defense against feelings of guilt. As Freud and Klein had already pointed out, both on an individual and collective level, destructiveness can be projected onto others, or it can be attributed to a past trauma that causes a destructive reaction, in order to avoid taking responsibility. Any acknowledgement of responsibility for one's own destructiveness produces a painful sense of guilt which, as a consequence, may be denied or projected. Moreover, guilt is intensified when there is an awareness that damage has been inflicted on something felt as good and valuable. Through the analysis of some clinical cases, the author shows us the difficulty in the analytical work with suicidal or violent patients. The analyst has to confront the patient with his own desire to use violence to exterminate what is damaged and vulnerable within himself, or to attack a persecutory image in order to neutralize it.
At the same time, he is put into the transference in the position of being an object that can be blamed, and then attacked and killed in fantasy. Psychoanalytic treatment, in fact, represents a hope for change and development and can easily provoke violent retaliation for disturbing the psychic equilibrium and offering a way out of a constrained internal relationship. The fear of this psychic change can provoke a dangerous negative therapeutic reaction. [Publisher's text].
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Information
ISSN: 1972-490X
KEYWORDS
- Distruttività, senso di colpa, violenza autoconservativa, violenza sadomasochista, angoscia persecutoria, reazione terapeutica negativa
- Destructiveness, sense of guilt, self-preserving violence, sadomasochistic violence, persecutory anxiety, negative therapeutic reaction