40 anni di Legge 180 : dai princìpi alle pratiche
121-134 p.
Al di là dei trionfalismi, il bilancio dei 40 anni della Legge 180 non può dirsi pienamente soddisfacente. Questo giudizio risente delle enormi disparità nell'offerta territoriale e delle caratteristiche quali-quantitative degli interventi che persistono dopo oltre mezzo secolo di pratiche anti-manicomiali. Tuttavia, in nessun altro Paese al mondo si sono ottenuti risultati così significativi a fronte di un investimento tanto contenuto. La Riforma del 1978 ha rivoluzionato il modo di assistere le persone con disturbi psichiatrici attraverso una rete capillare di servizi di Salute mentale di comunità. Tutto questo dedicando solo il 3,5% del Fondo Sanitario Nazionale alla salute mentale, a fronte del 10% e oltre di Francia, Germania e Regno Unito. I tagli alla sanità, le restrizioni al turn-over del personale, l'accorpamento delle ASL, creano condizioni opposte ai principi di una salute mentale di comunità.
La risposta dei DSM rischia di assumere caratteristiche sempre più riduttive, quasi esclusivamente farmacologiche a dispetto di interventi psicoterapici e di inclusione sociale. I dati riportati in questo lavoro testimoniano che la Riforma del 1978 ha realmente determinato una rivoluzione dell'assistenza in salute mentale, ma che persistono profonde disuguaglianze regionali nella capacità di intercettare il disagio psichico e nei livelli essenziali di assistenza rispetto agli standard previsti dalle linee guida. Garantire il diritto alla cura attraverso pratiche uniformi sul territorio nazionale, rivolte all'inclusione sociale delle persone con disturbi psichiatrici, sarà l'obiettivo dei prossimi 40 anni. [Testo dell'editore].
Forty years after the approval of the Law 180 (the Italian Mental Health Act of 1978) and the initial triumphalism, the outcomes of this law are not fully satisfactory. This judgment stems from the vast disparities - in provision and quality of psychiatric community care - that persist in the country, after more than half a century of 'anti-mental hospital' practices. However, no other country in the world has achieved similar results with such limited investments. The Mental Health Act of 1978 revolutionized Italian psychiatric care through the creation of an extended network of community mental health services. To implement this reform Italy devoted only 3.5% of the National Health Fund to mental health, as opposed to 10% and more in France, Germany and the United Kingdom. Furthermore, health cuts, restrictions on staff turnover and the merging of local health units generated problematic working conditions not in line with community mental health principles.
Mental health departments thus risk nowadays to offer mainly pharmacological treatment with few psychotherapeutic and social inclusion interventions. The data reported by the author reveal that the Italian Mental Health Act of 1978 generated a revolution in mental health care, nonetheless consistent regional inequalities persist, i.e. in the capacity of services to intercept psychic distress or provide essential levels of care that respect guideline standards. The goal of Italian mental health services, for the next 40 years, is to guarantee, throughout the country, the right to mental health treatment with standardised practices and social inclusion. [Publishers' text].
Is part of
Rivista sperimentale di freniatria : la rivista dei servizi di salute mentale : CXLII, 2, 2018-
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Information
ISSN: 1972-5582
KEYWORDS
- Legge 180, psichiatria di comunità, disuguaglianze, epidemiologia
- Law 180, community psychiatry, inequalities, epidemiology