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Diseguaglianze e politiche dell'eguaglianza : profili teorici e istituzionali

2016 - Franco Angeli

103-117 p.

Eguaglianza/diseguaglianza è una di quelle dicotomie sostanziate dal conflitto i cui termini sono in tensione permanente: ciascuno di essi tende a estendersi per divenire «classe universale» o a degradare l'altro a «classe vuota» (N. Bobbio). Nel tempo presente, mentre la diseguaglianza - crescente - diviene il tema del secolo, ponendo agli ordinamenti formidabili problemi di giustizia e di legittimazione, riprendono campo, da una parte, l'ideologia della diseguaglianza come motore dello sviluppo, dall'altra posizioni negazioniste, che, proponendo una lettura dei dati molto orientata su basi assiologiche, dichiarano di intravedere una riduzione e un arresto della linea di incremento della diseguaglianza. In realtà la diseguaglianza non genera che altra diseguaglianza e, se si guarda ai modi del suo prodursi e del suo accentuarsi, si può constare che, all'avvio del XXI secolo, essa frena la mobilità intergenerazionale e si configura come un dato strutturale di blocco della crescita. Risulta dunque smentita la.

credenza secondo la quale le leggi dell'economia di mercato possano condurre «naturalmente» alla riduzione della diseguaglianza e all'equilibrio armonico del sistema. Di fronte alla novità dei fenomeni occorrono nuovi paradigmi interpretativi dell'eguaglianza e un approccio che metta in comune linguaggi e categorie, integrando le discipline giuridiche, politologiche, sociologiche, economiche. La teoria delle capacità e dei funzionamenti (A. Sen; M.C. Nussbaum) sembra un eccellente punto di partenza. Sul fondamento di ricostruzioni teoriche innovative, di tipo interdisciplinare, sarà possibile proporre politiche adeguate alle trasformazioni in atto, sul presupposto che la diseguaglianza è un disvalore e produce diseconomie. [Testo dell'editore].

The dycotomy equality/inequality is one of perennial conflict. Each term has a tendency to expand to become a "universal category" or to downgrade the other to "empty category". (N. Bobbio). At present time, while (growing) inequality becomes the topic of the century - raising crucial issues of justice and legitimation - the ideology of inequality as a driving force of development on the one hand and negationist views that predict a reduction of inequality on the grounds of an axiological interpretation of data on the other, are gaining ground. In fact, inequality cannot but generate other inequality. If one considers the ways in which it is generated and aggravated, it is possible to observe its curbing effects on intergenerational mobility and development at the dawn of the 21st century. This undermines the belief that the laws of market economy can naturally reduce inequality and lead to an harmonious balance of the system. Due to the novelty of these phenomena it is necessary to create new interpretative.

paradigms, as well as an approach that reconciles languages and categories. This approach must integrate law, political science, sociology and economics. For this purpose, the capability approach (A. Sen; M.C. Nussbaum) appears to be an excellent starting point. New and interdisciplinary theoretical constructions will support the elaboration of policies capable of facing ongoing changes, on the grounds of the idea that inequality is not a positive value and that it generates diseconomies. [Publisher's Text].

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Sociologia del lavoro : 144, 4, 2016