Tra discriminazione e motivo illecito : il percorso accidentato della reintegrazione
231-253 p.
. Il saggio prende avvio dalla riflessione stimolata da una recente sentenza della Corte di cassazione, che ha esplicitamente cambiato l'orientamento consolidato della stessa Corte in materia di licenziamento discriminatorio, riconoscendo la discriminazione diretta per ragioni di sesso della lavoratrice licenziata perché intende assentarsi dal lavoro per sottoporsi ad inseminazione artificiale. L'Autrice condivide tale nuovo orientamento della Corte, fondato - a suo avviso - su una corretta distinzione tra la nozione oggettiva di discriminazione e la nozione soggettiva di motivo illecito unico e determinante. Nel saggio l'Autrice ricostruisce la nozione di licenziamento discriminatorio esaminandone criticamente l'applicazione giurisprudenziale, e soffermandosi, nella parte conclusiva, sul problema del regime dell'onere della prova.
This essay starts with a reflection suggested by a recent decision of the Court of Cassation, which has explicitly changed its consolidated orientation about discriminatory dismissal, by stating that direct discrimination on grounds of sex obtains in the case of an employee fired because she meant to be absent from work in order to undergo artificial insemination practices. The Author shares this new orientation of the Court, based - in her view - on a proper distinction between the objective concept of discrimination and the subjective notion of a unique and decisive unlawful reason of dismissal. In the essay the Author reviews the concept of discriminatory dismissal by critically examining its application in case-law and dwelling, in the concluding part, on the issue of the burden of proof.
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Information
ISSN: 1972-5507
KEYWORDS
- Licenziamento discriminatorio
- Motivo illecito
- Onere della prova;Discriminatory dismissal
- Unlawful reason of dismissal
- Burden of proof