Vittorio Borachia e Carlo Santi. Un sodalizio tra insegnamento e pratica professionale

Borachia e Santi, con un'intensa operosità in tutte le scale del progetto, furono figure cardine all'interno del dibattito architettonico-urbanistico e del design italiano del dopoguerra. Lo studio dei documenti conservati nel Fondo Borachia-Santi depositato presso il Politecnico di Milano, Archivi DAStU consente di trarre un primo bilancio della loro attività, svolta tra prestigiosi incarichi e riconoscimenti professionali, e mette in evidenza l'attualità della loro riflessione culturale, espressione di una stretta interconnessione fra teoria, progetto e attuazione. Una parte sostanziale dell'archivio è inerente alla progettazione urbanistica, ma altrettanto rilevante risulta la parte architettonica che, per complessità e qualità progettuale, manifesta un chiaro valore territoriale e ambientale.

La piena e critica conoscenza della loro prolifica e poliedrica attività li configura, fuori dalle luci dei riflettori, quali esponenti di rilievo del secondo Novecento italiano. [Testo dell'editore].

Borachia and Santi, with intense industriousness at all scales of the project, were key figures within the architectural-urban planning debate and post-war Italian design. The study of the documents preserved in the Borachia-Santi Collection deposited in Politecnico di Milano, DAStU Archives allows us to draw not only an initial assessment of their activity, carried out among prestigious assignments and professional recognitions, but highlights the relevance of their cultural reflection, expression of a close interconnection between thought, project and action. A substantial part of the archive is inherent to urban planning, but the architectural part is equally important which, due to its complexity and design quality, shows a clear territorial and environmental value. The full and critical knowledge of their prolific and multifaceted activity establishes them, outside the spotlight, as notable exponents of the second half of the Italian twentieth century. [Publisher's Text].