Dostoevskij e l'Apocalisse
376 p.
Includes bibliographical references.
Il pianto di disperazione e di speranza dell'Uomo ridicolo che nel suo sogno osserva la terra – piccola stella azzurra, pianeta di dolore, sangue e fango: è la colonna sonora della travolgente lettura di Dostoevskij che ci regala, a dieci anni dalla morte, Jurij Karjakin (1930-2011).Intellettuale impegnato in prima linea durante i decenni che hanno portato all'implosione del regime sovietico e della sua ideologia, in questo volume Karjakin ci consegna il frutto di una lunga e appassionata frequentazione di Dostoevskij. Innumerevoli, approfondite riletture, audaci itinerari lungo i percorsi tortuosi e impervi di una “parola che si contorce” (come egli scrive, riecheggiando Bachtin) scandagliano un cronotopo nuovo: il nostro spazio-tempo, minato dal proliferare di pandemie di idee che si trasformano in mostruosi strumenti di sterminio, e da veleni mortali che minacciano – letteralmente – la stessa sopravvivenza del genere umano e della natura.
Una visione apocalittica in cui, tuttavia, Dostoevskij mantiene tenacemente accesa una possibilità di salvezza – e la luce, scriveva Berdjaev, è tanto più forte quanto più profonda è la tenebra in cui si accende. Il volume, che presentiamo nella preziosa traduzione di Cinzia De Lotto in occasione del bicentenario della nascita di Dostoevskij, è un viaggio meraviglioso e inedito nei romanzi che tutti abbiamo amato: Delitto e castigo (al quale è qui dedicata una dettagliata analisi), I demòni, L'Adolescente, L'idiota, I fratelli Karamazov, racconti come Il sogno di un uomo ridicolo e Bobok. I capolavori dostoevskiani prendono vita nel libro, emergendo dal magma che li ha generati: il Diario di uno scrittore, e poi pensieri, appunti, minute, scritti preparatori, lettere del loro geniale creatore. [Testo dell'editore]
Fëdor Michajlovič Dostoevskij (1821-1881), Russian writer.
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