Inidonei a vedere il futuro in Dio : la critica di Agostino ai filosofi nel libro IV del De trinitate
171-185 p.
In Book IV, chs xvi-xvii of De trinitate, Augustine replies to some Neoplatonic philosophers who criticized the Christian faith in the resurrection of the flesh in the name of their own knowledge of eternal reasons. He acknowledges that these philosophers perceived the existence of eternal reasons of all things in God's wisdom, but he argues that they were unable to know sensible and temporal things without resorting to experience and history. According to Augustine, it is because of pride and lack of purification by faith that the philosophers' minds were unfit to see future things like resurrection straight in God, in whom all things are eternally present qua known. On the contrary, both prophets and saints were given the possibility of foreknowing the future: by revelation through angels or directly in God, respectively.
This shows that, in Augustine's opinion, the inability to know temporal things by contemplating their eternal causes in God's wisdom is more due to moral corruption than to natural limits of man's cognitive powers. [Publisher's text].
Nel libro IV, capp. 16-17 del De trinitate, Agostino replica ad alcuni filosofi neoplatonici che criticavano la fede cristiana nella risurrezione della carne in nome della loro conoscenza delle ragioni eterne. Egli riconosce che questi filosofi hanno percepito l'esistenza di ragioni eterne di tutte le cose nella sapienza di Dio, ma sostiene che essi furono incapaci di conoscere le cose sensibili e temporali senza ricorrere all'esperienza e alla storia. Secondo Agostino, è a causa della superbia e della mancanza di purificazione mediante la fede che le menti dei filosofi furono inadatte a vedere cose future come la risurrezione direttamente in Dio, nel quale tutte le cose sono eternamente presenti in quanto conosciute. Al contrario, sia ai profeti che ai santi è stata data la possibilità di preconoscere il futuro: rispettivamente per rivelazione tramite gli angeli o direttamente in Dio.
Ciò mostra che, nell'opinione di Agostino, l'incapacità di conoscere le cose temporali contemplando le loro cause eterne nella sapienza di Dio è dovuta più a corruzione morale che a limiti naturali dei poteri conoscitivi dell'uomo. [Testo dell'editore].
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