Il gioco e l'azzardo : la fuga dal legame
152-156 p.
Nel commento psicoanalitico al caso clinico dell'"Uomo invisibile", il gioco d'azzardo viene inteso come un sintomo derivato dai ripetuti fallimenti nei legami originari, in particolare come un mancato riconoscimento di sé da parte delle figure di riferimento (Bromberg, 2001). Le difese primitive e onnipotenti proprie del "giocatore patologico" (Rosenthal, 1986) potrebbero dunque aver avuto origine nell'infanzia di Giulio, come tentativo di proteggersi dal dolore e dalla possibile conseguente rabbia distruttiva. Nelle psicoterapie con bambini che hanno avuto esperienze di abbandono e di mancato riconoscimento, spesso queste difese si manifestano attraverso giochi che hanno perso la loro valenza relazionale, che sono ripetitivi, solitari, di qualità maniacale e che sembrano in qualche modo ricalcare le caratteristiche del gioco patologico, mirando a tagliare fuori il legame percepito come potenzialmente troppo deludente o pericoloso. Queste difese bloccano l'accesso alla posizione depressiva (Klein, 1935) impe
dendo l'integrazione tra aspetti divergenti di sé e dei propri legami interni e favorendo lo stabilizzarsi di fantasie onnipotenti, che nel caso di Giulio si sono incanalate, proprio durante l'adolescenza, nel gioco d'azzardo. [Testo dell'editore].
In the psychoanalytic commentary on the clinical case the "Invisible Man", gambling is understood as a symptom derived from repeated failures in the primordial bonds, in particular, the failure to recognize oneself by the main figures (Bromberg, 2001). The primitive and omnipotent defenses of the "pathologic player" (Rosenthal, 1986) could, therefore, have originated in Giulio's infancy, as an attempt to protect himself against pain and the consequent destructive rage. In psychotherapies with children who have experienced abandonment and lack of recognition, these defenses often occur through games that have lost their relational value. These games result to be repetitive, lonely, of maniacal quality and seem to somehow recalculate the characteristics of the pathological game, aiming to cut off the perceived bond the is experienced as too disappointing or dangerous. These defenses block the access to the depressive position (Klein, 1945), preventing the integration of divergent aspects of self and internal ti
es, and favoring the stabilization of omnipotent fantasies, which in the case of Giulio were channeled, precisely in adolescence, in the gamble game. [Publishers' text].
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Informationen
ISSN: 1972-487X
KEYWORDS
- Riconoscimento di sé, difese onnipotenti, gioco, posizione depressiva, depressione, organizzazione patologica, verità ;Self-Recognition, Omnipotent Defense, Play, Depressive Position, Depression, Pathological Organization, Truth