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Un andare pensando : Primo Levi e la zona grigia

2017 - Franco Angeli

80-115 p.

Il lavoro propone tre aree di riflessione: 1) la convinzione che l'approdo, conclusivo nell'opera di Levi, alla "zona grigia" sia, all'interno del corpo leviano, seminale fin dall'inizio e sviluppatosi via via lungo gli anni in un crescendo di sofferta problematizzazione, nella convinzione sempre più radicale in Levi che un'interpretazione dicotomica "carnefici-vittime" della fenomenologia del Lager sia del tutto semplicistica e riduttiva dell'orrore annientante ogni coscienza sofferto nel buco nero della realtà concentrazionaria; 2) la presenza nell'intera opera di Levi di un paradigma psicoanalitico, non teorizzato esplicitamente ma affiorante in molteplici occasioni nella scrittura leviana e del tutto utile a far uscire l'interpretazione del corpus leviano da una contrapposizione troppo secca e riduttiva tra "razionalismo e irrazionalismo":.

l'esame attento e non pregiudiziale dell'opera di Levi legittima la possibilità di ascoltare in Levi un'eco diverso, inesplorato, come tale "diversamente" coerente con il significato profondo di tutta la sua opera; 3) un'estensione del paradigma cognitivo ed etico della "zona grigia" all'esperienza organizzativa: anche nell'organizzazione può accadere che, se i collaboratori tutti, sottoposti a un potere cieco e assoluto, distruttivo di ogni patto e regola vigenti, non retrocedono dal perseguire gli obiettivi personali, pur legittimi, ma solo dipendenti dalla volontà del potere assoluto, inevitabilmente cadono in collusioni con le manifestazioni diverse agite dal potere assoluto, assumendo in questo modo, accanto a quello di vittime, il ruolo di co-carnefici. [Testo dell'editore].

The work offers three areas of reflection: 1) the conviction that the landmark, concluding in Levi's work, to the "grey zone" is, within the levian body, seminal from the beginning and developed over the years in a growing number of difficult problems, in the conviction more and more radical in Levi that a dichotomous interpretation as "oppressor-victim" of Lager's phenomenology is completely simplistic and reductive of the horror that annihilates every conscience suffered in the black hole of concentrating reality; 2) the presence in Levi's entire work of a psychoanalytic paradigm, not explicitly theorized but in many occasions emerging and useful in bringing out the interpretation of the levian corpus from a too dry and reductive contrast between "rationalism and irrationalism":.

the careful and not prejudicial examination of Levi's work, justifies the possibility of listening to Levi's different echo, unexplored, as such "differently" consistent with the profound meaning of all his work; 3) an extension of the cognitive and ethical paradigm of the "grey zone" to organizational experience: even in organization it may happen that if all of the collaborators are subjected to a blind and absolute destructive power of every pact and rule in force, they do not retreat to pursue personal goals, though legitimate, but only dependent on the will of absolute power, inevitably fall into collusion with the various manifestations of absolute power, thereby taking on the role of co-oppressors alongside the victims [Publishers' text].

Ist Teil von

Educazione sentimentale : 28, 2, 2017