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Il vocabolario di Deleuze

2016 - Negretto

90 p.

Includes bibliographical references.

Il lavoro di Zourabichvili ha alcuni meriti indiscutibili che lo rendono unico nel panorama degli studi critici su Deleuze: in primo luogo si lascia alle spalle gli stereotipi che troppo spesso accompagnano qualsiasi discorso su Deleuze (filosofo dell'anarchia del desiderio, dell'antipsichiatria, dell'immaginazione al potere…) procedendo deciso, oltre la fascinazione deleuziana con il suo duplice effetto di seduzione o di repulsione, a interrogarne semplicemente e radicalmente i concetti.In secondo luogo segue con radicalità e coerenza quell'indicazione metodologica offerta da Deleuze che ne marca l'originalità e la distanza dalle varie declinazioni dell'ermeneutica del novecento: muovendo dall'assunto che la pratica filosofica non è altro che creazione di concetti e che tali concetti esauriscano nel loro viluppo speculativo tutto il senso di un pensiero, interpretare una filosofia esige lo sforzo e l'esercizio di una lettura “alla lettera” dei concetti. Bisogna, ossia,

non ricercare in essi un senso riposto, altro, un'autenticità che stia al di là della lettera, ma occorre piuttosto svolgere con pazienza e dedizione tutto il pensiero che nei concetti è implicato, tutte le virtualità che sono implicite e virtuali nell'inviluppo costitutivo di ogni concetto. Questo viaggio all'interno di una delle officine del pensiero più innovative e fertili del secolo scorso, ha inoltre il merito di mostrare, lungo il percorso all'interno dei concetti deleuziani, le vicinanze e le distanze tra Deleuze e i grandi capiscuola del pensiero continentale del Novecento Heidegger, Husserl, Wittgenstein, Freud,.. e gli scambi con i compagni di cammino del suo tempo quali Derrida, Foucault, gli strutturalisti, gli analitici… La lettura di questo Vocabolario di Deleuze non cerca una semplificazione del pensiero di Deleuze, vuole piuttosto comprenderlo, svolgendo pazientemente e tenacemente concetti quali quelli di “rizoma”, “taglio-flusso”, “cristallo di tempo”, “ritornello”,

“corpo senz'organi”, che hanno inciso profondamente nella filosofia degli ultimi decenni e che ancora richiedono di essere accolti nella ricchezza e profondità sia della loro forza speculativa sia della loro effettualità etico-politica, entrambe tutt'altro che avulse dal nostro presente. [Testo dell'editore]